Casaleggio, il guru di Grillo che vuole ricreare il mondo

Ex manager informatico, Casaleggio considera la Rete uno spartiacque tra due civiltà e preannuncia un nuovo ordine del pianeta nel 2054

Casaleggio, il guru di Grillo che vuole ricreare il mondo

Che i politici si lasciassero ispirare da santoni era fenomeno noto: dall'influsso di Rasputin sugli zar; a quello di La Pira su Fanfani; a Fagioli, lo psichiatra, che si intortava Bertinotti. Ma Gianroberto Casaleggio, guru del neo-politico Beppe Grillo, è di un altro pianeta. È il primo visionario postmoderno che smanetta da dio, si è consacrato a internet e si ritiene precursore della rivoluzione politica in marcia, di cui il grillesco M5S è un'anticipazione.

Gianroberto è stato il creatore del blog di Grillo nel 2005 e l'artefice del grande successo di quel sito. Ha innescato dibattiti via web, convogliando opinioni verso obiettivi politici, tipo No Tav, la «decrescita felice», il telelavoro, il grillismo insomma, orientando gli umori con interventi suoi o di propri adepti (i cosiddetti influencers) e stroncando con durezza chi usciva dal solco tracciato. Comunque, tutto rigorosamente in Rete. Ed è questa la differenza tra lui e i santoni suoi predecessori.

Anni fa, mi occupai di Massimo Fagioli, lo strizzacervelli romano che si era impossessato della psiche di Fausto Bertinotti (allora presidente della Camera), sottoponendolo con i compagni di Rc a suggestive introspezioni collettive in un palazzo di Trastevere. Fagioli, in un silenzio religioso in cui pareva aleggiare lo spiritosanto, diceva cose tipo: «Stiamo cercando qualcosa che è grande: realtà umana, identità, socialismo, libertà. Mai, prima d'ora, con socialismo e libertà erano state messe parole come rapporti interpersonali». Non ci si capiva un tubo, ma c'era qualcosa di familiare. Termini come socialismo e realtà umana, avevano il sapore dei libri che avevamo letto. Umanizzare la politica era vasta cosa, ma ci poteva stare. Insomma, il prof. Fagioli appariva fuori di sé, ma direi in modo classico come altri veggenti della Storia, da Efimovic Rasputin, appunto, a Giorgio La Pira.

Il fumo che vende Casaleggio è invece così nuovo da spiazzare. Già che usi il web - sul quale navighiamo un po' tutti ma con circospezione - dà la vertigine. Raddoppiata però dai toni mistici di Gianroberto che inneggia alla Rete con accenti così profetici che ti verrebbe d'istinto chiamare il 118. Questo sciamano informatico considera la Rete spartiacque tra due civiltà: la preistoria dei libri e dei giornali «specie estinte» (infatti, un vero grillino neanche sa dove siano di casa) e il domani «tutto Rete, interconnessioni, intelligenza collettiva».
Per capire Casaleggio, peschiamo nell'opera sua. Da uno scritto: «L'Uomo è Dio (le maiuscole sono casaleggiesche, ndr), è ovunque e chiunque. Conosce ogni cosa: questo è il nuovo mondo di Prometeus. Tutto ciò è iniziato con la Rivoluzione dei Media e con Internet alla fine del secolo scorso». Come con Fagioli, non si capisce un piffero. In aggiunta, però, ogni parola suona estranea: ovunque, chiunque, il titano, l'Uomo che è Dio. Ma di che parla?

Ed è ancora niente. In un video in inglese rintracciabile su YouTube e prodotto dall'azienda del Nostro, la Casaleggio Associati, Gianroberto fa un vaticinio così vaneggiante da auspicare l'intervento di un esorcista. È il preannuncio di un Nuovo Ordine Mondiale, detto «Gaia» (dal nome dato alla Terra, «pianeta vivente», nella letteratura fantascientifica di cui Casaleggio è cultore): nel 2018 il Mondo sarà spaccato in due blocchi, Democrazia diretta e libero accesso a Internet a Ovest, dittatura con poco internet in Cina, Russia e MO; nel 2020 scoppierà la Terza Guerra mondiale; durerà vent'anni e i simboli dell'Occidente saranno distrutti (i nostri pregiudizi religiosi, umanistici, nazionali, ecc.); nel 2040 vincerà la Rete; nel 2047, tutti avremo una nostra identità su Google e nel 2054 ci sarà la prima elezione mondiale via web per un governo, Gaia, che ci darà (si presume) la felicità.

Ora che sappiamo l'essenziale sul cervello di Gianroberto, affrontiamo ciò che ne resta, anche se il personaggio è piuttosto segreto. Non gli piace, infatti, rispondere a domande e, per alimentare il mistero, comunica con videomessaggi sul Web.

Cinquantanovenne, milanese, Casaleggio è perito informatico (iscritto a Fisica, ha dato una manciata di esami prima di rinunciare), con lunga esperienza di manager nel settore. Ha lavorato nella Olivetti di Colaninno, poi in joint venture con Telecom, diventando ad di Webegg, azienda di marketing internettiano. Ottimo tecnico ma amministratore faraonico, ridusse i bilanci un colabrodo. Nei locali della società, fece costruire costose stanze a forma di uovo (l'egg della sigla aziendale) in cui riunirsi per percepire il futuro. Organizzava, inoltre, per dipendenti, amici e parenti voli al seguito delle coppe europee di calcio. Per tacere, come si racconta, delle trasferte al Castello di Belgioioso (Pavia) per convenire attorno a una tavola rotonda, in omaggio a Re Artù di cui si sentiva emulo.

Il Gianroberto di oggi - chioma fluente e occhialoni alla John Lennon - è nato invece nel 2004, quando si mise in proprio con la Casaleggio Associati (strategie di Rete), casa madre in Via Moroni, accanto alla Scala. Un giorno, Grillo gli telefonò dopo avere letto cose sue in Rete per fissare un incontro, avvenuto a Livorno dopo uno spettacolo del comico. Divennero inseparabili e Gianroberto, considerato da alcuni massone (lui, però, nega) fu ribattezzato «piccolo fratello» di Beppe. Casaleggio ha convertito l'attore alla Rete per la quale aveva idiosincrasia, considerandola la quintessenza di quella insensata accelerazione, tipo Alta velocità, che guasta siesta e pennichelle, sale della vita (prima della conversione, Grillo, durante le recite spaccava ritualmente un computer sul palco). Insieme hanno preso tutte le successive iniziative grilline: oltre al blog, i Vaffa Day (2007) e la fondazione di Cinque Stelle (2009). C'è chi dice che Grillo sia plagiato e che dietro di lui ci sia sempre l'altro. Casaleggio, con una lettera al Corsera, ha spiegato di non essere «dietro» a Grillo ma al «suo fianco». Molti grillini, comunque, lo detestano. Uno per tutti, Giovanni Favia, il consigliere regionale emiliano cacciato nel 2012 dal M5S, lo ha definito «spietato e vendicativo», un despota che mentre straparla di democrazia, la calpesta all'interno del movimento.

In effetti, le contraddizioni di Casaleggio sono legione.

Si va dai rapporti economici della sua azienda con le multinazionali Usa - JP Morgan, PepsiCo, Marriot, eccetera - che a parole denuncia come peggio del peggio, all'utilizzo del Frecciarossa Roma-Milano (lo ha beccato Paolo Bracalini che ne ha scritto su questo giornale) quando invece si dichiara nemico dell'Alta velocità. Insomma, tira anche lui a campare: santone sì, santo no.

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