"Case per 15mila terremotati entro novembre"

Berlusconi in visita all'Aquila spiega come procede la ricostruzione: "Saranno abitazioni comode, inserite nel verde e dotate di servizi". Record: "Mai dopo un sisma la gente ha potuto avere un tetto così rapidamente". Bufera sul sindaco "sfollato" in villa

"Case per 15mila terremotati entro novembre"

nostro inviato all’Aquila

Il piano per la ricostruzione procede secondo copione. E i tempi previsti verranno rispettati. All’Aquila per la quattordicesima tappa, dalla tremenda scossa del 6 aprile, Silvio Berlusconi ne approfitta per sorvolare in elicottero i siti di Cese di Preturo e Bazzano - due tra i 20 selezionati nei pressi del capoluogo - dove sono stati già avviati i cantieri. E testa di persona lo stato d’avanzamento dei lavori. «Piano piano, dal 15 al 30 novembre - ribadisce il premier in un briefing pomeridiano a Coppito, al quartier generale della Protezione civile, dove incontra imprenditori e amministratori locali, oltre che i neo-eletti del Pdl, con tanto di grafici e plastici in bella mostra - quindicimila persone rimaste senza case, che in due-tre anni verranno ricostruite con i soldi dello Stato, saranno ospitate intanto in abitazioni molto comode, inserite nel verde e dotate di servizi, assolutamente sicure dal punto di vista sismico, con diffusione di calore rispondente alle norme». Abitazioni «componibili, per ospitare più persone o più nuclei familiari», da utilizzare in futuro come campus universitari. «Tutto questo - pronostica - porterà enormi vantaggi al Comune, che ha nell’ateneo la sua migliore risorsa». Insomma, per il premier, che preferisce non incontrare i giornalisti a fine sopralluogo, siamo dinanzi ad una «orgogliosa» azione corale, visto che «mai nel mondo si è vista una situazione simile, con tante persone che, a pochi mesi da un terremoto così devastante, potranno rientrare in case vere». Insomma, «un’importante sfida da vincere», puntualizza - rivolgendosi ai responsabili delle 16 aziende vincitrici di bandi per la costruzione di 4.500 case, distribuite in venti aree - «rispettando le scadenze» e programmando anche «turni di lavoro di 24 ore». Insomma, il governo sta facendo tutto il possibile per ricostruire ciò che il terremoto ha distrutto. E dinanzi a questo sforzo, le recenti manifestazioni di piazza si distinguono - è il messaggio critico che consegna ai cinque amministratori di centrodestra eletti alle Amministrative - sono lo specchio di posizioni assolutamente strumentali.
E a proposito di elezioni, Berlusconi spera che «i ballottaggi di domenica possano rappresentare la continuazione della vittoria alle Europee e confermino questa preponderanza dell’Italia che non si riconosce nella sinistra, pervasa soltanto da invidia, odio e gelosia». D’altronde, dichiara ai microfoni di «Telenostra», le ultime vicende politiche, con gli «attacchi personali», dimostrano che «siamo antropologicamente diversi». Per questa ragione, ma non solo, gli italiani premieranno il Popolo della libertà anche il prossimo anno, quando si voterà per le Regionali. Cambierà quindi «la guida della Campania» e «manderemo a casa Antonio Bassolino». Qualcosa di simile avverrà pure nel Lazio, assicura poi a «Teleuniverso»: «Abbiamo vinto a Roma l’anno scorso, ora tutte le Province» e nel 2010 «conquisteremo certamente il governo della Regione». In merito agli apparentamenti che l'Udc - a livello locale - ha stretto con partiti della sinistra, il premier si dice convinto che «tradiscono la storia, la vocazione del partito e disdicono tutto ciò che l'Udc ha fatto in 15 anni». E lancia così un nuovo acronimo per il partito di Pier Ferdinando Casini: non più Unione di centro ma «Unione delle clientele».
Si passa al nodo referendum. «I cittadini - rimarca il Cavaliere - devono assumere un atteggiamento responsabile di fronte comunque ad una chiamata elettorale». Detto questo, ribadisce, «io non farò campagna, ma andrò a votare, ritirerò la scheda e barrerò il sì».
Dalle vicende nostrane alle tematiche internazionali. E due giorni dopo l'incontro con Barack Obama alla Casa Bianca, il presidente del Consiglio si sofferma sulla questione dei prigionieri in uscita da Guantanamo. «L'Italia - ricorda - ha dato la propria disponibilità agli Stati Uniti accettando di ospitarne». Anche perché, prosegue, «alcuni personaggi non possono restare in America e rischiano di diventare vittime designate se tornassero nei loro Paesi». L’inquilino di Palazzo Chigi, infine, si definisce «preoccupato» per il «terribile problema dell'Iran, che si sta dotando di armi nucleari». Nessuno, continua, «può accettare quello che si verificando, né si può accettare quello che ha detto Ahmadinejad su Israele».

Oggi, invece, Berlusconi volerà a Bruxelles per partecipare al Consiglio europeo alla presenza del presidente della Repubblica, Napolitano. E nel bilaterale che terrà con il premier polacco, Donald Tusk, perorerà la causa di Mario Mauro, eurodeputato del Pdl, per la corsa alla presidenza del Parlamento europeo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica