Casini vuol allargare il Terzo Polo Fini e Rutelli lo smontano subito

Casini vuol allargare il Terzo Polo Fini e Rutelli lo smontano subito

RomaDi fronte alla crisi di credibilità della politica rifare il trucco ai partiti diventa una strategia di sopravvivenza pressoché inevitabile. E così il Terzo Polo prova ad accelerare i tempi e a favorire la propria mutazione genetica verso il Polo della Nazione per la terza Repubblica.
L’obiettivo è presentarsi nel 2013 con un nuovo nome e, possibilmente, con una infornata di volti a bassa frequentazione politica in modo da poter avere qualche possibilità di far percepire come originale il proprio brand. In prima fila in questa operazione di restyling c’è Pier Ferdinando Casini. È lui a muovere le pedine sulla scacchiera, è lui a dettare i tempi dell’operazione, è lui a trascinare Gianfranco Fini e Francesco Rutelli, assumendo la leadership della formazione che non nasconde l’ambizione di entrare in aperta competizione con il Pdl come naturale riferimento dei moderati.
Le vere manovre prenderanno forma dopo le amministrative. Ma già questa mattina Casini azzererà i vertici dell’Udc durante la Costituente di centro e metterà in piedi una struttura più snella, pronta a confluire nel nuovo partito. Dopo le amministrative al posto di Udc, Fli e Api ci sarà quasi sicuramente una confederazione, con un proprio simbolo. Il «quasi» è legato ai malumori palpabili e dichiarati dentro le forze satelliti, e in particolare dentro Fli dove si teme apertamente una «annessione» casiniana. Malumori che impongono un vertice mattutino con i co-leader Gianfranco Fini e Francesco Rutelli nello studio del presidente della Camera, utile a ribadire la piena sintonia sul percorso da compiere ma anche la necessità di concordarne i passi.
«Gli annunci sul Terzo Polo li facciamo insieme», ammonisce Fini, costringendo Casini a spiegare subito dopo che la novità consiste nell’azzeramento dei vertici Udc. Un passo concreto, rispetto al semplice invito di Fini alla convention di Pietrasanta di sciogliere Fli e andare oltre il Terzo Polo. «Non si chiamerà Partito della Nazione», sente l’esigenza di precisare Rutelli, mentre Italo Bocchino parla di «un rassemblement che federerà i partiti del Terzo Polo e si aprirà a quanti vogliono andare oltre il Pdl». Tra questi c’è sicuramente Beppe Pisanu che prova a battezzare una sorta di componente liberaldemocratica che possa costruire un ponte verso il Terzo Polo. Ma nel consueto gioco di specchi che circonda queste iniziative si procede per accelerazioni e frenate.
Ciò che accende perplessità e polemiche è sicuramente la sortita televisiva di Casini che a Otto e Mezzo lascia intravedere future adesioni alla sua formazione da parte di esponenti dell’esecutivo. «Il Partito della Nazione nascerà prima delle Politiche e avrà al suo interno membri del governo. Metterà insieme tecnici e politici, sindacalisti intelligenti e imprenditori illuminati». Una accelerazione tanto improvvisa quanto ambigua visto che anziché rafforzare il legame con il professore mette al contrario in dubbio la durata del suo esecutivo. Ma evidentemente la fase di reclutamento è iniziata. Alla domanda se il tecnico in questione sia Corrado Passera la risposta è ammiccante: «Chi lo sa...». E in molti sono pronti a scommettere che nel centro casiniano approderanno Riccardi, Grilli, Moavero, Severino e Improta. Ma Riccardi fa subito sapere che «alla fine dell’avventura governativa tornerò alle attività di sempre. E ho già un libro in mente». Nel Pdl le affermazioni vengono considerate «gravi».

E se Andrea Ronchi e Adolfo Urso invitano tutti a percorrere la strada naturale della costituente del Ppe, Maurizio Lupi ci va giù duro. «Sono dichiarazioni azzardate, gravi e pericolose. Se è vera la notizia mi sembra evidente che questo non è più un governo tecnico. E non mi sembra una buona notizia».

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