«Ringrazio il presidente del Consiglio, Enrico Letta, per avere definitivamente chiarito nella lettera inviata a Vittorio Feltri che: la mia partecipazione al Memorial Mandela è stata pienamente legittima, come è ovvio; non ci sono state spese aggiuntive; le polemiche sono frutto di un pregiudizio sessista» scrive Laura Boldrini per chiudere la polemica sul suo viaggio in Sudafrica, sul volo di Stato di Palazzo Chigi, insieme a collaboratori, scorta e fidanzato, per assistere alla cerimonia funebre di Nelson Mandela. Tutto chiarito, dice la presidente della Camera eletta deputata con Sinistra e libertà, supportata dal premier Letta che al Giornale ha scritto: «Pienamente legittima la sua presenza, nei suoi confronti resta il pregiudizio sessista, indizio di un doppiopesismo palese». Ma non tutto è chiaro. Ecco qualche domanda per il premier Letta (e per la presidente Boldrini).
ERA INVITATA O SOLTANTO COMPONENTE DELLA DELEGAZIONE?
La differenza, nel cerimoniale previsto per i voli di Stato, non è da poco. In base alle leggi in materia (decreti 2008 e 2011) il presidente della Camera rientra nelle cariche che hanno diritto al volo blu «per lo svolgimento di compiti istituzionali». Ma se il governo sudafricano ha invitato alla cerimonia il governo italiano, cioè il premier Letta, e il viaggio della Boldrini è stato dunque di propria iniziativa, allora in quel caso la Boldrini figurava come semplice componente della delegazione del premier Letta, alla stregua degli altri accompagnatori del capo del governo, nelle vesti di capo della delegazione italiana. Una presenza che, se autorizzata dalla segreteria generale di Palazzo Chigi e quindi dal sottosegretario con delega, è perfettamente legittima. Ma che, in questi termini, si può chiamare anche con un altro nome: un indimenticabile viaggio sudafricano gentilmente offerto da Palazzo Chigi.
A CHE TITOLO VIAGGIAVA IL COMPAGNO?
Se la Boldrini si è «autoinvitata» a Johannesburg, e viaggiava dunque nella delegazione del premier per propria scelta, la presenza del fidanzato (il sesso non c'entra nulla, sarebbe identico a generi invertiti) è ancora più strana. Mentre la moglie di Letta, come «first lady», è una figura istituzionale prevista nel cerimoniale, la moglie, o marito, o compagno o amico di un componente della delegazione non ci rientra affatto. È come se una collaboratrice di Letta, componente dello staff in delegazione del premier, si fosse portata dietro il proprio compagno. A che titolo viaggerebbe su un volo di Stato?
NESSUN COSTO AGGIUNTIVO?
La Boldrini precisa che non c'è stato nessun costo extra per il bilancio della Camera. Ma il volo era pagato da Palazzo Chigi, e la domanda è quindi un'altra: ci sono stati costi extra per Palazzo Chigi visto che il numero di passeggeri, dopo l'aggiunta di Boldrini&Co., è raddoppiato? Non ci sono costi assicurativi ed extra legati al numero delle persone a bordo? Quanto è costato il viaggio complessivamente?
L'AEREO BLU IMPIEGATO ERA UN AIRBUS A319?
Anche questo non è un dettaglio. La flotta di Palazzo Chigi dispone di velivoli con capacità molto differenti. Per tragitti più brevi e minor numero di passeggeri ci sono due tipi di Falcon, il 900 Easy e il 900 Ex, che portano rispettivamente 16 e 12 persone oltre l'equipaggio. Con lo staff del premier più la moglie (in 7 più scorta) sarebbero stati sufficienti. Ma con l'aggiunta della Boldrini e quattro persone al seguito più la scorta, no. Serve un aereo più grande di quelli in dotazione a Palazzo Chigi, l'Airbus A319CJ. La differenza? Il peso (almeno 50 tonnellate di differenza) e quindi il costo del carburante per Roma-Johannesburg-Roma: 30mila euro di differenza.
NON BASTAVA LA PRESENZA DEL PREMIER?
Al Mandela Memorial erano invitati capi di Stato e di governo da tutto il mondo. È vero che per alcuni Paesi, come Austria e Ungheria, c'erano i presidenti delle Camere, ma per rappresentare l'Italia non era sufficiente il premier Letta? Anche per evitare fraintendimenti e polemiche sulla presenza aggiuntiva della Boldrini con fidanzato e aiutanti?
TRE COLLABORATORI PIÙ LA SCORTA?
Era indispensabile, per la Boldrini, portarsi dietro il portavoce e anche il responsabile della comunicazione (e poi anche la consigliera per le relazioni internazionali e quindi la scorta)? Per produrre un paio di comunicati tipo «Per me che ho lavorato per 25 anni nel settore umanitario essere qui oggi vuol dire tantissimo»?
IMITARE I TEDESCHI, NO?
Quando la cancelliera Merkel si sposta con il volo di Stato, il marito Joachim Sauer, se la segue, prende voli di linea (spesso low cost) pagati da sé. Se si fa dare un passaggio dal volo blu pagato dai contribuenti tedeschi, rimborsa l'equivalente del biglietto alle casse pubbliche. Non potremmo adeguare allo standard tedesco le norme italiane sui voli di Stato e loro eventuali «ospiti»?
SE FOSSE STATO UN ALTRO?
La Boldrini accusa di sessismo chi obietta sul viaggio, Letta parla di doppiopesismo. Ma se fosse stato un ministro di un altro schieramento politico ad aggiungersi con un parente, la reazione sarebbe stata la stessa?
PERCHÉ BOLDRINI SÌ E MASTELLA NO?
Anche l'ex ministro aveva diritto all'uso dei voli di Stato. Anche lui si «imbucò» su un volo riservato ad un altro ministro (chiese un «passaggio» a Rutelli che, con volo di Stato, andava a Monza per premiare da ministro il terzetto dei primi arrivati al Gran Premio), anticipando il viaggio a Milano di un giorno (quindi risparmiando su un secondo volo blu) e portando con sé un'altra persona, il figlio, regolarmente autorizzato. Un caso analogo a quello della Boldrini. Ma fu massacrato e processato.
ALTRE METE?
La Boldrini è andata in Sudafrica perché «ci
teneva tantissimo», e si è potuta portare sul volo blu compagno e staff. Significa che Boldrini&Co. possono aggiungersi ad ogni viaggio istituzionale di Palazzo Chigi, se la meta rientra negli interessi della presidente?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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