Il caso L'ex modella-bambina

Dopo oltre quarant'anni porta la madre in tribunale, e vuole farsi restituire i soldi della sua «infanzia rubata», duecentomila euro di danni: questo è quello che chiede Eva Ionesco, attrice e modella, figlia di Irina Ionesco, fotografa romeno-francese che negli anni Settanta fece scalpore. Perché Irina fotografò Eva nuda, in pose provocanti, con l'espressione ammiccante: aveva quattro anni.
Poi Irina Ionesco continuò a scattare, fino a che Eva aveva dodici anni: foto di grande successo, un po' allusive ma anche molto esplicite, che già allora suscitarono polemiche. Ma alla fine furono pubblicate, diffuse, di fatto accettate. Non è chiaro se per permissivismo, o perché le leggi sulla pedofilia fossero meno rigide: fatto sta che a undici anni Eva diventò la più giovane modella ad apparire nuda su una edizione di Playboy. Le sue immagini di nudo infantile furono pubblicate anche su Penthouse.
Eva Ionesco ha raccontato la sua storia più volte e ora ha portato la madre direttamente davanti ai giudici, per chiedere di vietare la diffusione di quelle fotografie, di farsi restituire i negativi e di ottenere un risarcimento danni di duecentomila euro. Appunto per «infanzia rubata». L'avvocato di Eva, Jascques-Georges Bitoun, ha detto ai giudici che gli anni '70 «erano un'era in cui i giri pedofili avevano ancora molta influenza». E per fare capire il concetto ai giudici non è andato troppo per il sottile: «Come si può aprire le gambe di una bimba di quattro anni e scattare una foto? Se arte è scattare una foto in queste posizioni, io non capisco nulla di arte». Non è tutto. Secondo l'avvocato Eva era una bambina, allora, ma «non era mai presentata come tale», bensì come «una prostituta camuffata».
In effetti quelle fotografie, già all'epoca, fecero scandalo. Ma il mercato le premiò e l'autrice degli scatti, la madre Irina, ha avuto successo. Il legale di Irina, Rene-Jean Ullman ha difeso la fotografa sostenendo che gli anni Settanta fossero un'epoca «più permissiva». Ha anche accusato Eva di agire spinta dall'«odio» verso la madre, espresso più volte dall'attrice in interviste, dichiarazioni e anche nel film che racconta la sua storia, My little princess, diretto dalla stessa Eva e presentato l'anno scorso a Cannes, con Isabelle Huppert nei panni della madre e la romena Anamaria Vartolomei che interpreta la figlia.
Proprio in quella occasione Eva Ionesco, in una intervista ad Anna Maria Speroni su Io donna, ha detto che «quelle foto sono state una violenza». Poi ha confessato: «Ho sofferto spesso di ansia e depressione, anche se non posso dire di aver vissuto male». Anche allora sosteneva di non avere agito per vendetta, ma perché si è sentita violata.

Dopo quei nudi di bambina, Eva Ionesco ha girato un film per Polanski e poi pellicole erotiche o porno-soft, prima di passare ai film più impegnati e alla regia. Il 17 dicembre la sentenza: i giudici diranno chi ha ragione, fra la figlia e la madre.

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