Caso Ruby, quel «bacio francese» che stuzzica i giudici di MilanoLa testimonianza di una ragazza cubana in aula

MilanoChiamasi «bacio francese», secondo i dizionari, l'effusione che porta a contatto reciproco le lingue dei partecipanti. E questo è da ieri il punto più alto raggiunto dal processo Ruby nell'individuare con certezza i contatti ravvicinati tra Silvio Berlusconi e le partecipanti delle sue feste ad Arcore. Finora nessuna delle innumerevoli ragazze passate sulla sedia dei testimoni aveva ammesso di avere personalmente scambiato effusioni con il Cavaliere. A colmare la lacuna arriva ieri una bella ragazza cubana di ventott'anni, Lisney Barisonte, di professione agente immobiliare, spesso ospite delle cene nella casa dell'ex presidente del Consiglio. Che al termine del suo interrogatorio risponde alla domanda chiave, che né i pm né i difensori le avevano posto, e che le rivolge il giudice Nunzia Gatto: ci sono stati gesti d'affetto tra lei e Berlusconi? E quali? «Un bacio labiale», dice la creola. La spiegazione non viene considerata esauriente. «Un bacio francese?», chiede il giudice. «Sì, un bacio francese», risponde Lisney. Che si precipita a spiegare di non essere stata affatto forzata, che l'iniziativa anzi partì da lei, e che la cosa fu «divertente».
L'ammissione avviene nell'aula del processo-bis, quello che vede imputati di induzione alla prostituzione Nicole Minetti, Lele Mora e Emilio Fede. Basterà, quell'umido contatto evocato da Lisney, a convincere i giudici che ad Arcore si facesse sesso a pagamento come sostiene la Procura? Più in là, giura la cubana, non si andava. È ben vero che si ballava, e una volta Nicole Minetti si esibì in biancheria intima. Ma tutto qui.

E se è vero che c'erano quattro camere da letto e a volte qualche ragazza si fermava a dormire - Lisney compresa - la stanza da letto del Cavaliere era off limits: «c'era una porta, e non è che la potevamo aprire...»

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