Cav ad Arcore con Letta e legali: le ipotesi per restare in campo

Cresce l'attesa per un segnale dal Colle. Berlusconi non ha ancora deciso se chiedere o meno la grazia

Cav ad Arcore con Letta e legali: le ipotesi per restare in campo

Decisioni il Cavaliere non ne ha prese. Almeno per il momento e con buona pace delle tifoserie, con i falchi che da una parte lo raccontano ormai sul punto di far saltare il banco e le colombe che lo dipingono deciso a sostenere il governo qualunque cosa accada. Silvio Berlusconi, in verità, tiene aperte tutte le strade. E continua a vagliare le diverse ipotesi sul tavolo per capire quale possa essere la strada maestra per provare a garantirsi la cosiddetta «agibilità politica».
Ed è di questo che si parla ad Arcore in un lungo summit con gli avvocati Niccolò Ghedini e Franco Coppi, affiancati per l'occasione da Gianni Letta, da sempre vera e propria cinghia di trasmissione tra il Cavaliere e il Quirinale. Non a caso, è stato proprio lui in questi giorni a sondare Giorgio Napolitano per capire quali e quanti siano i margini di manovra per un provvedimento che permetta al leader del Pdl di restare sulla scena senza vedere ridotta la sua capacità di fare politica. Le diplomazie, insomma, sono al lavoro e alla ricerca di una soluzione.

E ieri a Villa San Martino pare si sia disquisito lungamente dell'ipotesi della grazia. Una soluzione che, così sembra, avrebbero caldeggiato sia Coppi che Letta, mentre Ghedini – seppur favorevole – pare abbia espresso qualche dubbio visto che dovrebbe essere il Cavaliere a chiedere pubblicamente l'atto di clemenza. E probabilmente nel farlo dovrebbe anche legittimare in qualche modo la sentenza della Cassazione che lo ha condannato in via definitiva per i diritti tv Mediaset. Una strada ostica per un Berlusconi che non ha mai nascosto quel che pensa delle inchieste della magistratura a suo carico, al punto dal parlare più volte e pubblicamente di «persecuzione» e «tentato golpe di certe procure». Nel chiedere la grazia il Cavaliere dovrebbe sostanzialmente aggirare simili argomentazioni e il tutto per evitare nove mesi di domiciliari o di affido ai servizi sociali (in base allo Svuotacarceri, infatti, l'anno di condanna sarà ridotto di tre mesi). Per altro senza alcuna garanzia rispetto agli altri procedimenti in corso.

È per tutte queste ragioni che Berlusconi sta ragionando sulle varie ipotesi ma non avrebbe ancora preso una decisione. Perché un'altra soluzione – che gli permetterebbe di non esporsi chiedendo pubblicamente la grazia – resta quella del lodo Sallusti, la commutazione della pena detentiva in pecuniaria. Una strada forse più soft anche sotto il profilo squisitamente politico. Tutto aperto, insomma. Anche se nelle prossime quarantotto ore è possibile che i nodi arrivino al pettine e che si provi a stringere in un modo o nell'altro.
Il partito, intanto, si prepara a ogni eventualità. Daniela Santanché, infatti, annuncia per settembre una grande manifestazione a Milano per lanciare la nuova Forza Italia. Si sa che i falchi interpretano questo passaggio come l'apertura formale della campagna elettorale, dando quindi scontate le elezioni anticipate. A differenza delle colombe che derubricano il ritorno al simbolo di Fi come una campagna programmata da tempo.

Il Cavaliere, come al solito, continua a considerare tutte le opzioni. Anche se potrebbe non aver torto chi sostiene che oggi l'ex premier propenda più per la linea dura che per quella dialogante. Molto, se non tutto, dipenderà dalle risposte che arriveranno dal Colle.

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