Col nuovo inno il Pdl apre i congressi provinciali in tutta Italia. E sempre col nuovo inno torna a parlare al suo popolo anche Silvio Berlusconi, che a Milano ha partecipato al congresso per l'elezione del nuovo presidente provinciale.
Il Cavaliere ha aperto il suo intervento parlando delle sue dimissioni da presidente del Consiglio: "Avevamo la maggioranza alla Camera e al Senato. Abbiamo ritenuto di fare un passo indietro, per una consapevolezza: l’Italia per l’architettura che ha, quella che è stata decisa dai padri costituenti, non è un paese governabile". Per Berlusconi solo ora, con un governo che non è "sostenuto solo da una parte del paese" sono possibili le riforme costituzionali. A partire dalla legge elettorale per cui il Pdl apre a una "possibile trattativa con l’opposizione". Poi, durante il pranzo, precisa: "Non è Monti che deve farle ma siamo noi".
Del resto anche il decreto legge chiesto dalla Ue, secondo il Cavaliere, sarebbe stato ostacolato dal Presidente della Repubblica "che decide se dare o no la sua firma": "Quindi, il decreto è firmato non è un atto del governo ma del Presidente della Repubblica", spiega rivelando che Giorgio Napolitano, non ha permesso "quando studiavamo le misure richieste dall’Europa con la famosa lettera", il decreto.
Ma il passo indietro l'ex premier lo ha fatto anche nel suo partito, dove ha lasciato il posto ad Angelino Alfano. Il Cavaliere mette fine alle polemiche dovute a una frase "forzata dai giornali": "È bravissimo, è una persona preparata, colta, intelligente e leale. Si mangia a colazione, a pranzo e a cena tutti i segretari che sono in campo oggi in Italia", ha detto ribadendo che sul segretario del Popolo della libertà "non ho detto nulla". E stavolta Berlusconi porta le prove: durante il congresso va in onda l'intero intervento da cui è stata estrapolata la frase "Alfano è bravo, ma gli manca un quid".
Rigurardo al futuro del partito, il Cavaliere ha sottolineato come il Pdl non sia "un partito di plastica" e che non c'è nessuna intenzione di cambiarlo.
L'unica modifica allo studio è quella del nome: "Ci siamo domandati se fosse il caso di cambiarlo, ce lo domandiamo, ma non saremo noi a decidere. Porteremo il tema all’attenzione del congresso nazionale e tutti insieme decideremo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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