Sarà pure stato fortunato il Pd a «trovare il suo leader sotto un cavolo», come dice Silvio Berlusconi durante la riunione fiume di deputati, senatori ed europarlamentari di Forza Italia che si tiene per tutto il pomeriggio a Montecitorio. Di certo, all'ex premier quel leader non dispiace affatto, tanto che ancora ieri continuava a tesserne le lodi. Perché, sintetizzava con i suoi collaboratori dopo le due ore di faccia a faccia a Palazzo Chigi, con Matteo Renzi «ci si prende subito».
Non è un caso, dunque, che l'incontro tra il presidente del Consiglio e il leader di Forza Italia sia subito in discesa. Un caffè, perché sono da poco passate le otto e mezza della mattina, e qualche chiacchiera di circostanza sulla residenza del premier che proprio Berlusconi fece risistemare anni fa. Poi il dossier Europa, con il leader di Forza Italia che non manca dal mettere in guardia Renzi. Perché vedrai, è il senso delle sue parole, che sulla questione della flessibilità Juncker (futuro presidente della Commissione Ue in quota Ppe) e la Merkel faranno l'impossibile per fregarti. Un consiglio dai toni amichevoli quello dell'ex premier, quasi a dire «dai retta a chi ci è già passato». E che Renzi raccoglie rassicurando il suo interlocutore: la presidenza del semestre Ue l'abbiamo noi e da noi dovranno passare e comunque siamo pronti a rispondere per le rime. Come d'altra parte accaduto mercoledì con il nuovo capogruppo del Ppe Manfred Weber che aveva ribadito la linea rigorista ironizzando sulla richiesta di flessibilità di Renzi. Una replica, quella del premier, che Berlusconi questo riferiscono dal Pd - ha molto elogiato.
I due, insomma, nonostante le distanze sembrano non solo «trovarsi» ma anche convergere su molte questioni, a partire dal capitolo riforme. È questo, d'altra parte, il dossier più importante delle oltre due ore di faccia a faccia cui prendono parte anche Gianni Letta e Denis Verdini. Con Renzi e Berlusconi che rinsaldano il patto del Nazareno con alcuni, decisivi aggiustamenti. Intanto l'ex premier incassa la rassicurazione del segretario del Pd che dopo il voto del Senato sulle riforme si procederà subito, quindi entro l'estate, con l'Italicum. Con due dettagli: la soglia di sbarramento per i partiti che si coalizzano resterà all'8 per cento e l'obbligo di creare le coalizioni ci sarà fin dal primo turno. Circostanze, queste, che fanno restare centrale Forza Italia nell'ambito dello schieramento di centrodestra, visto che i cosiddetti piccoli non potrebbero prescindere dall'alleanza con il partito di Berlusconi, pena la quasi certezza di restare fuori dal Parlamento. Ma i due si sarebbero trovati anche su un'altra questione molto cara al leader di Forza Italia visto che Renzi avrebbe rassicurato l'ex premier non solo sul fatto che andrà avanti come un treno sulla riforma della giustizia ma pure che la si scriverà «insieme». «È la riforma delle riforme e Renzi dice nel pomeriggio Berlusconi durante la riunione degli eletti ci ha promesso che ci coinvolgerà nella stesura dei 12 punti».
Sul pacchetto riforme, insomma, l'accordo c'è e regge. Con buona pace dei tanti parlamentari che ieri pomeriggio sono intervenuti manifestando dubbi e perplessità. Berlusconi li ha ascoltati per quattro ore e alla fine si è riservato di tirare le conclusioni in una nuova riunione che si terrà la prossima settimana, probabilmente martedì. Ma per capire che non ha alcun dubbio su come andrà a finire basta ascoltare Giovanni Toti. «Berlusconi dice l'eurodeputato e consigliere politico dell'ex premier è convinto che il cammino delle riforme debba proseguire».
D'altra parte, è il senso del ragionamento del leader di Forza Italia, Renzi ha «un'occasione unica per rilanciare l'Italia» e «non saremo certo noi a impedirglielo». «Io sono un imprenditore ha detto ieri mattina Berlusconi al premier e da imprenditore so cosa serve al Paese. Vai avanti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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