Un po' per evitare fraintendimenti e un po' perché sia messo nero su bianco che la questione non lo appassiona affatto, alla fine il Cavaliere lo dice chiaro e tondo. «Adesso mi sono davvero rotto», sbotta con chi è dall'altra parte del telefono prima di smentire categoricamente «presunte liti interne a Forza Italia e fantomatici repulisti che starebbero per essere attuati». Un Berlusconi che ne ha ormai fin sopra i capelli delle beghe dentro il partito, delle gelosie e delle faide interne che da settimane paralizzano non solo la nomina del nuovo organigramma ma pure un progetto serio di rilancio del movimento.
Non è un caso che l'ex premier abbia deciso di concentrarsi sui Club Forza Silvio, un terreno fertile dove non c'è nessuno che pone veti o fissa paletti. Come l'Esercito di Silvio guidato da Simone Furlan, ricevuto ad Arcore sabato scorso insieme ai coordinatori regionali del movimento. Una riunione a cui hanno preso parte pochi intimi, tra cui il responsabile Internet di Forza Italia Antonio Palmieri e Giovanni Toti, direttore di Studio Aperto e del Tg4 e sempre più uno dei consiglieri più ascoltati (secondo molti uno dei coordinatori in pectore della nuova Forza Italia, anche se il diretto interessato rimanda ogni decisione a «dopo la pausa natalizia»).
Berlusconi, dunque, smentisce «liti interne e repulisti» e parla di una semplice «riflessione» per «creare le giuste premesse ed affrontare al meglio le prossime tornate elettorali». Un Cavaliere che cerca di smussare le tensioni ed evitare che esplodano in pubblico, anche se la situazione è ormai così calda che è davvero difficile tenere tutto sotto traccia. Nel partito l'insofferenza verso i Club e l'Esercito è palpabile, tanto che Furlan durante l'incontro ad Arcore mette sul tavolo la questione. «Il partito ci osteggia e ci fa la fronda», dice a un Berlusconi che per il futuro promette «collaborazione» con un eloquente «ci penso io». L'ex premier oggi è atteso a Roma per un blitz natalizio che non era inizialmente in agenda (e che alle dieci di ieri sera ancora era incerto). C'è chi ipotizza voglia scendere nella Capitale per ufficializzare la nomina dei nuovi coordinatori regionali di Forza Italia, anche se in realtà il Cavaliere avrebbe trovato la quadra su una decina di regioni, ma sarebbero ancora aperte le partite più delicate, dalla Lombardia alla Campania passando per il Lazio. Così potrebbe non avere torto chi sostiene che Berlusconi abbia in mente una conferenza stampa a sorpresa nel pomeriggio, con l'obiettivo di fare «controprogrammazione» alla conferenza stampa di fine anno di Enrico Letta e non lasciargli tutto il palcoscenico.
Intanto, a proposito di tensioni interne, è sempre più teso il clima tra i deputati di Forza Italia e il capogruppo Renato Brunetta. In molti sono arrivati a chiederne la testa a un Berlusconi che ormai da qualche giorno pare stufo anche di questa ennesima bega. «Non ne posso più», si è lasciato sfuggire ieri con un deputato che avanzava rimostranze. Anche perché il pressing di ex ministri ed ex sottosegretari per levarsi di torno un Brunetta a cui tutti imputano un eccessivo presenzialismo su qualunque che sia la materia è diventato piuttosto invasivo. Resta in sottofondo, invece, la spending review in corso nel partito dopo il dimezzamento del finanziamento pubblico. Non solo i tagli al gruppo della Camera, ma pure nelle sedi periferiche di Forza Italia sono in tanti quelli che avevano un contratto a termine e che il 20 dicembre hanno ricevuto una lettera decisamente poco natalizia. Lo stesso sta succedendo a piazza in Lucina, dove non tutti quelli che erano contrattualizzati con il Pdl saranno riconfermati con Forza Italia.
Berlusconi, intanto, parla in collegamento con una kermesse elettorale a Catania. «La rivolta dei forconi non va presa sotto gamba perché è il sintomo di una crisi con ragioni profonde», dice.
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