Silvio Berlusconi rivendica i successi dei suoi precedenti governi e punta tutto sulla concretezza: l'obiettivo è ridare respiro all'economia italiana, tagliare le tasse e ammorbidire un Fisco aggressivo che sta facendo troppe vittime. Pier Lui Bersani, invece, pone in testa alle priorità di governo la concertazione con le parti sociali, i diritti civile alle coppie omosessuali e il rafforzamento del falso in bilancio. Mario Monti, infine, non solo si rifiuta di fare il mea culpa per i disastri fatti, ma torna a difendere le politiche di austerity imposte da Angela Merkel. Nello studio di Bersaglio mobile, va in scena il primo confronto "virtuale" tra i principali candidati alle politiche: incalzato dalle domande di Enrico Mentana, il Cavaliere silenzia il leader piddì e il Professore illustrando un piano economico concreto e rilanciando la revisione di Equitalia.
A far capire l’aria che tira è il padrone di casa: "Sembra di stare dal dentista". Stesso studio, stesso tempo a disposizione, ma tutti rigorosamente da soli. Continuando il botta e risposta a distanza, così come è stato per tutta la campagna elettorale. Si parte con Bersani che, ipotizzando una vittoria della sinistra, traccia con estrema chiarezza le priorità da portare al primo Consiglio dei ministri. Priorità che fanno capire dove il segretario del Pd intende portare il Paese: concertazione con Caritas, Comuni e Arci, scossone alla moralità attraverso l'abolizione delle leggi ad personam e il rafforzamento del falso in bilancio, lenzuolata sui diritti civili (unioni civili e tutele sul lavoro). Di misure per rilanciare l'economia, insomma, nemmeno l'ombra. Berlusconi, che conferma per sé (in caso di vittoria) il ministero dell'Economia e dello Sviluppo economico, punta tutto su misure che segnano una netta discontinuità con le politiche di austerità intraprese dai tecnici negli ultimi mesi. Proprio per questo, nel primo Consiglio dei ministri il Cavaliere ha intenzione di portare l'abolizione dell'Imu sulla prima casa e il rimborso dell'imposta versata nel 2012: "Restituire un’imposta ingiusta riduce la frattura fra il cittadino e lo Stato che non viene più sentito come amico ma ostile". Tra le priorità del centrodestra anche la riforma del modus operandi di Equitalia la cui aggressività ha portato, nell'arco dell'anno scorso, numerosi imprenditori a togliersi la vita. Quello che il leader del Pdl ha in mente è un Fisco più amico che dia respiro agli impreditori e alle famiglie che hanno debiti.
Monti, ultimo a entrare nel salotto di Mentana, passa l'intera intervista ad attaccare il Cavaliere senza accennare nemmeno a un mea culpa per i disastri fatti durante la sua permanenza a Palazzo Chgi e per aver appoggiato indiscriminatamente i diktat della cancelliera tedesca. Il passato è passato e c'è, infatti, chi già tesse un possibile inciucio per riuscire a governare anche senza avere i voti. Sia Bersani sia Monti sono disposti a lasciare la porta aperta a una futura collaborazione. Se al leader piddì interessa unire le forze "alternative al populismo e al berlusconismo", il premier vuole prepararsi la strada nel caso in cui la sua coalizione rimanga fuori dalle Camere. Insomma, Berlusconi è l'unico a bocciare i tecnico che non solo non hanno diminuito le spese, ma hanno addirittura aumentato le tasse: "Monti è un puro dilettante dell’economia. L’economia da professore universitario l’ha vista qualche volta da lontano".
I tre candidati, tuttavia, concordano nel pericolo rappresentato dall'anti politica di Beppe Grillo: è l'unico punto di contatto nel confronto a distanza. "I problemi devono generare soluzioni, sennò restano anti politica fine a se stessa - ha commentato Monti - credo che chi vota Grillo può votare anche per un grigio e anziano professore...".
Mentre Bersani accusa il comico di portare il Paese fuori dalla democrazia, il Cavaliere paventa il rischio che il voto ai Cinque Stelle possa portare la sinistra al governo e, di conseguenza, la nomina del quarto presidente della Repubblica di parte consecutivo. Se l'asse Pd-Sel dovesse vincere, la strada per Romano Prodi al Quirinale sarebbe spianata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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