Un partito «inclusivo». Così parlò Silvio Berlusconi incontrando qualche giorno fa la delegazione di Forza Italia delle Marche. E lo stesso ha ripetuto giovedì scorso durante le oltre due ore di Ufficio di presidenza che si è tenuto a Palazzo Grazioli. Un Cavaliere che al netto della querelle sulle liste per le Europee e della campagna elettorale che ormai incombe e che sarà giocata tutta all'attacco del Pd si guarda intorno con l'approccio di chi vuol provare a tenere tutti insieme. Da destra al centro, ovviamente passando per Forza Italia, così da ricompattare quello che l'ex premier definisce «l'elettorato moderato di centrodestra». Non è un caso che sia proprio questo il senso di quel che Berlusconi mette nero su bianco in una lettera inviata a Francesco Storace in occasione della riunione del comitato centrale della Destra che si terrà oggi, una missiva in cui auspica che Forza Italia e il partito dell'ex governatore del Lazio tornino ad «unirsi». «Senza rinunciare alle nostre specificità ma in nome di quel che ci accomuna», scrive il Cavaliere. Ed è esattamente questo l'approccio che ha verso il Ncd di Angelino Alfano. Certo, in questo caso senza niente di scritto (e quindi di simil-ufficiale). Ma che sia in piedi un canale su cui si muove sottotraccia una trattativa più che seria è ormai cosa nota. In Forza Italia, infatti, c'è una corposa fronda che vedrebbe di buon grado un ricongiungimento con il vicepremier, un gruppetto di big che siedono in posti chiavi in Parlamento e in Europa. Sono loro che stanno «trattando» la pratica in nome del superiore interesse del Ppe, buttando lì al Cavaliere che magari il Partito popolare europeo potrebbe fare un po' di moral suasion sulla Corte di Strasburgo dove pendono i suoi ricorsi. Berlusconi, alla finestra, gli ascolta interessato, perché il Cavaliere non è per nulla contrario a rimettere insieme finalmente i cocci e superare le divisioni. Una soluzione che, inevitabilmente, lascia a dir poco basiti coloro che in Forza Italia la rottura con Alfano l'hanno caldeggiata con forza. E sono tanti.
Così, non bastano le quotidiane telefonate tra il consigliere politico di Berlusconi Giovanni Toti e Alfano, né gli abbracci nell'Aula del Senato tra Mariarosaria Rossi e Andrea Augello o gli incontri a quattro nei ristoranti a pochi metri da ontecitorio. La diplomazia, infatti, è al lavoro seriamente e l'intesa pare ad un passo, perché pure Alfano non vede l'ora di tornare a casa e sfilarsi da una partita in cui rischia seriamente di andare sotto la quota di sbarramento con conseguente e decisivo ridimensionamento. L'accordo, dunque, è a un passo. Lo stesso Renato Schifani a Sky dice: «No al partito unico ma siamo nel centrodestra e credo che per battere il centrosinistra dovremo allearci con Forza Italia». Non alle Europee, dove si vota la lista con un sistema proporzionale e l'unico modo per riunirsi sarebbe una vera e propria fusione sotto un comune simbolo. Ma alle amministrative che si terranno in contemporanea sì. A fine maggio, infatti, si voterà in 4.096 comuni e Forza Italia e Ncd dovrebbero presentarsi alleati da tutte le parti. Anche se nelle ultime ore si sono registrate tensioni sia in Abruzzo sia in Piemonte e, pare, traballa l'intesa già firmata in Puglia a Bari e Foggia. Detto questo, il Cavaliere resta con la testa alla data fatidica del 10 aprile.
«Il capitolo finale di quella che è stata definita La guerra dei venti anni», dice il leader di Forza Italia nella lettera a Storace. «Ogni regola di giustizia scrive - è stata calpestata per eliminare attraverso il braccio giudiziario della sinistra l'avversario che non si è riuscito ad eliminare con i mezzi della democrazia».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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