Il Cavaliere sceglie il silenzio per evitare scontri coi giudici

Berlusconi non vuole esasperare i toni in vista della decisione sui domiciliari. Ma ai suoi confessa: cercano di isolarmi per non farmi fare campagna elettorale

Il Cavaliere sceglie il silenzio per evitare scontri coi giudici

Silenzio totale. La linea del Cavaliere, mai come nelle ultime settimane, è quella del bassissimo profilo. Tace Silvio Berlusconi, ma pure il suo consigliere politico Giovanni Toti si guarda dal dichiarare alcunché. Segno che l'ex premier preferisce non esporsi in alcun modo, in attesa che si sblocchino le partite in corso a partire da quella sulla legge elettorale. D'altra parte, anche giovedì al Senato durante la presentazione del libro Il sangue di Abele il Cavaliere aveva accuratamente evitato l'attualità politica, limitandosi a due battute rubate mentre lasciava Palazzo Madama. «Questo è il momento del silenzio e dell'attesa», confidava giovedì sera a chi ha avuto occasione di sentirlo.

E così è stato anche ieri, in una giornata in cui sono saltate alcune delle riunioni inizialmente in programma a Palazzo Grazioli. Berlusconi è infatti rientrato ad Arcore con una certa fretta, causa alcuni impegni familiari. Low profile, dunque. Anche in vista dell'atteso 10 aprile, quando i giudici si pronunceranno sull'accoglimento o no della richiesta di servizi sociali. Dopo le dichiarazioni «rubate» nel video registrato durante l'incontro con gli azzurri della Basilicata – filmato poi reso pubblico dal sito de Il Fatto quotidiano – non solo Niccolò Ghedini ma anche gli altri collaboratori lo hanno infatti invitato al silenzio più assoluto. Perché è chiaro che, per quanto dette durante un incontro a porte chiuse e non pubblicamente, l'accostamento della magistratura alla mafia non contribuisce a creare un clima disteso in vista della fatidica decisione.

Che, magari per scaramanzia, Berlusconi dà per già presa, convinto che alla fine – magari non subito ma dopo qualche settimana, aggrappandosi al primo cavillo – i giudici non gli concederanno i servizi sociali e lo costringeranno agli arresti domiciliari. Un po' – questo il senso dei ragionamenti che in privato l'ex premier ripete da settimane – perché il loro obiettivo è farmi fuori fisicamente e politicamente e dunque il mio isolamento non farebbe che andare in questa direzione. Un po' perché continuano a temermi elettoralmente e con gli arresti domiciliari mi impedirebbero di fare campagna elettorale in vista delle Europee di fine maggio. Cosa che Berlusconi vorrebbe invece fare, con tanto di tour in alcune delle principali città italiane. E se non potrà fare quello, comunque è intenzionato ad essere presente a tambur battente con interviste e telefonate alle varie kermesse azzurre.

Quel che è certo, infatti, è che il Cavaliere non vuole perdere il contatto con la gente. In particolare con i Club Forza Silvio che sono ormai il suo principale argomento non solo di conversazione ma anche di attenzione. È attraverso la loro struttura, infatti, che l'ex presidente del Consiglio è convinto di recuperare buona parte di quell'elettorato che è passato nell'astensione o, peggio, con il M5S. Non a caso, proprio domani mattina interverrà telefonicamente al primo meeting dei Club Forza Silvio Sicilia che si terrà a Taormina. Resta sullo sfondo, invece, il rapporto con Matteo Renzi.

Che, forse, viene ben riassunto da Il Mattinale, la nota politica curata dal gruppo di Forza Italia della Camera: «Berlusconi c'è, non viene meno al patto e non rinnega la “profonda sintonia” nell'idea di democrazia. Ma non è una fiducia a scatola chiusa. Vedremo, anzi vediamo subito». Come a dire che, di qui a breve, le cose potrebbero cambiare.

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