Il centrodestra esulta: "Governo rafforzato, flop della sinistra"

Quorum lontanissimo, disfatta per Schlein & Co. Salvini: "Sinistra non ha più idee e credibilità". Landini non molla: "Partiamo da qui". Gualmini (Pd) fa autocritica: "Ma quale sfratto alla Meloni..."

Il centrodestra esulta: "Governo rafforzato, flop della sinistra"
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Nessuna sorpresa. I cinque referendum abrogativi sono stati bocciati: il quorum fissato al 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto non è stato raggiunto. Soddisfazione nel centrodestra e naturalmente musi lunghi a sinistra. L’affluenza si è fermata sotto la soglia del 30 per cento, confermando l’andamento registrato già nella giornata di ieri: alle ore 23.00 aveva votato il 22,7 per cento degli elettori. Dai partiti di governo a quelli dell’opposizione, ecco le reazioni all’esito del voto.

Tajani: "Sconfitta della sinistra"

"Grande rispetto per chi è andato a votare" ma "è stata una sconfitta della sinistra che voleva tentare un assalto al governo tentando il grimaldello del referendum": queste le parole del ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia Antonio Tajani al Tg1."È andata male, il governo si è rinforzato e l'opposizione si è indebolita" ha aggiunto il titolare della Farnesina: "Forse è il caso di cambiare la legge" visto che "abbiamo speso un sacco di soldi per inviare delle schede all'estero che sono tornate bianche". Tajani ha poi aggiunto: "La proposta giusta sulla cittadinanza è quella di Forza Italia, cioè con i dieci anni di scuola. La Cigl ha intaccato l'unità sindacale e ciò si è tradotto in una cocente sconfitta tanto che ancora una volta ha vinto la maggioranza".

Salvini: "Sinistra senza idee nè credibilità"

Gli italiani hanno scelto e hanno bocciato la sinistra: netto Matteo Salvini. Il leader della Lega si è espresso così in una nota: "Grande rispetto per chi è andato a votare, enorme sconfitta per una sinistra che non ha più idee e credibilità e che non riesce a mobilitare neanche i propri elettori. In due anni e mezzo al governo del Paese abbiamo ottenuto il record di italiani al lavoro, disoccupazione ai minimi, crescita dei posti fissi e calo del precariato: alla sinistra lasciamo le chiacchiere, Lega e governo rispondono coi fatti, e gli Italiani col voto (e il non voto) di ieri e oggi lo hanno capito benissimo. Cittadinanza accelerata? Idea sbagliata e bocciata pure quella, servono semmai più controlli e più buon senso. E sulla clandestinità, continuare a ridurre sbarchi e aumentare espulsioni. Gli Italiani hanno scelto, evviva la Democrazia".

La Russa: "Campo largo è definitivamente morto"

"Le opposizioni hanno voluto trasformare i 5 referendum in un referendum sul governo Meloni. Il responso appare molto chiaro: il governo ne esce ulteriormente rafforzato e la sinistra ulteriormente indebolita" il commento di Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'attuazione del programma. Secco anche il presidente del Senato Ignazio La Russa ai microfoni di La7: "Hanno tentato di trasformare questo referendum in una vicenda interna di partito: anziché fare un congresso, hanno pensato di far spendere milioni allo Stato per vedere se aveva ragione la Schlein o i suoi oppositori; e credo che gli altri hanno tentato di fare un referendum contro il Governo. Hanno perso gli uni e gli altri, inutile infierire, ma spero che gli serva per il futuro. ha ragione comunque chi ha detto che il campo largo, semmai fosse nato, oggi è definitivamente morto".

L'ironia social di FdI e Lega

Riccardo Magi, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli, Elly Schlein e Nicola Fratoianni abbracciati su un palco con la grande scritta "Avete perso". Questa la card pubblicata sui social da Fratelli d'Italia per ironizzare sui dati finali del referendum: “L’unico vero obiettivo di questo referendum era far cadere il Governo Meloni. Alla fine, però, sono stati gli italiani a far cadere voi”. "Piccoli problemi di quorum" è invece il titolo del post pubblicato sui social dalla Lega con le immagini di Conte, Schlein, Bonelli, Fratoianni, Landini e Salis raccolte fino a formare un cuore e la scritta "Crisi di nervi a sinistra" e "Colpiti al quorum".

Sardone (Lega): "Flop clamoroso della sinistra". Vannacci in tackle

La Lega esulta. Uno dei primi commenti è stato quello di Silvia Sardone, vice del segretario Matteo Salvini. "Risultato dell'affluenza per i referendum lontanissimo dai desideri della sinistra e della Cgil. Devastante sconfitta per Schlein, Landini, Conte e compagni. Altro che segnale di sfratto, gli italiani hanno evitato, giustamente, di ascoltarli!” le parole dell'eurodeputata che accompagnano una card in cui si vedono la leader dem, il presidente M5s e il segretario della Cgil e la scritta "Flop clamoroso del referendum: disastro epocale per la sinistra!". Il generale Vannacci si rivolge invece ai promotori dei referendum, invocando un passo indietro: "Ancora una volta l'identità italiana è stata difesa da chi non la reputa solo un pezzo di carta o un espediente per fare cassetto elettorale. Gli italiani hanno scelto, e hanno parlato con voce chiara e ferma: la cittadinanza non si regala! Con buona pace dei salotti di sinistra, dei guardiani della morale e degli amanti della società fluida [...] Ma con un risultato talmente negativo di questo referendum, dopo l'ipocrisia degli strazianti appelli in una piazza pretestuosamente strumentalizzata e tenuto conto delle risorse inutilmente sprecate, non sarebbe il caso che i promotori dello stesso, almeno per dignità, si dimettessero e sparissero dalla vita sociale e politica di questa Nazione che li ha bocciati senza appello?".

Nevi (Forza Italia): "Una buona notizia per l'Italia"

Sulla stessa lunghezza d'onda Forza Italia. Il vicepresidente vicario dei deputati e portavoce nazionale Raffaele Nevi ha definito il fallimento dei referendum "una buona notizia per l'Italia": "Dimostra che gli italiani hanno archiviato definitivamente lo scontro tra lavoratori e imprenditori che si voleva riproporre. Pur rispettando chi ha votato e ha fatto scelte diverse dalla nostra rimaniamo convinti che non è in questo modo che si contribuisce alla modernizzazione dell’Italia e che si fa il bene dei lavoratori”. Nevi ha poi volto lo sguardo al futuro e alle riforme pianificate dal governo "che sono veramente utili a migliorare le condizioni del lavoro nel nostro Paese”.

Landini ko (ma non si dimette)

Maurizio Landini ko. Tra i principali sostenitori dei referendum, il segretario generale della Cgil è stato costretto ad ammettere la sconfitta: "Il nostro l'obiettivo era raggiungere il quorum, è chiaro che non lo abbiamo raggiunto. Oggi non è una giornata di vittoria. Contemporaneamente gli ultimi dati ci dicono che sono oltre 14 milioni le persone che hanno votato nel nostro paese cui si aggiungeranno gli italiani all'estero: un numero importante, un numero di partenza. I problemi che abbiamo posto con i referendum rimangono sul tavolo". Una cosa è certa, Landini non molla la poltrona: "Dimissioni? Non ci penso neanche lontanamente, non credo sia oggetto di discussione. Sono abituati" i politici "a lavorare in un certo modo, in Cgil è sempre una discussione collettiva, come è stato il lavoro di questi mesi, non c'è uno che sceglie per gli altri".

Schlein: "Oggi la destra perde anche a Taranto"

È arrivato anche il commento di Elly Schlein. Tra gli sconfitti di peso di questa giornata, la segretaria Pd ha dichiarato: "Peccato per il mancato raggiungimento del quorum, sapevamo che sarebbe stato difficile arrivarci, ma i referendum toccavano questioni che riguardano la vita di milioni di persone ed era giusto spendersi nella campagna al fianco dei promotori, senza tatticismi e senza ambiguità. Sui temi del lavoro e della cittadinanza, che sono costitutivi per una forza progressista, continueremo a impegnarci in parlamento con le nostre proposte". "La differenza tra noi e la destra di Meloni è che oggi noi siamo contenti che oltre 14 milioni di persone siano andate a votare, mentre loro esultano perché gli altri non ci sono andati. Ne riparliamo alle prossime politiche" ha aggiunto l'ex vice di Bonaccini, che ha puntato il dito contro il centrodestra: "Hanno fatto una vera e propria campagna di boicottaggio politico e mediatico di questo voto ma hanno ben poco da festeggiare: per questi referendum hanno votato più elettori di quelli che hanno votato la destra mandando Meloni al governo nel 2022".

E ancora: "Quando più gente di quella che ti ha votato ti chiede di cambiare una legge dovresti riflettere invece che deriderla. E oggi la destra ha perso, dopo Genova, Assisi e Ravenna, anche a Taranto. La politica che tifa l'astensione si fa male da sola, è sempre importante quando gli elettori si possono esprimere. E noi continueremo a fare una grande campagna democratica per ridurre l'astensionismo e costruire un'alternativa". "Andremo avanti a batterci per migliorare le condizioni materiali delle persone che questo governo ha completamente rimosso. Continueremo nell'impegno a fianco di quei milioni di elettori che sono andati a votare sperando di ridurre la precarietà e rendere l'Italia più giusta, ci motivano ancora di più nel costruire l'alternativa".

Conte: "Il quorum va rivisto"

Sconfitta al referendum? La colpa è del quorum. Si può sintetizzare così il primo commento di Giuseppe Conte. "Leggo dichiarazioni ed esultanze sguaiate dei 'tifosì della politica. Portate rispetto a circa 15 milioni di cittadini che sono andati a votare. Portate rispetto agli oltre 12 milioni che hanno votato sì a maggiori tutele nel mondo del lavoro. Parliamo di oltre 12 milioni di cittadini che, al di là dei colori politici, chiedono più tutele contro licenziamenti, precariato e incidenti sul lavoro. Noi saremo sempre dalla loro parte, dalla parte giusta. E porteremo avanti la battaglia per loro in Parlamento" le parole del leader grillino, che ha aggiunto: "Credo che lo strumento del referendum vada rivisto nelle modalità e nei paletti, abbassando il quorum in un Paese che affoga nell'astensione: bisogna premiare la partecipazione, la scelta. Soprattutto in un contesto in cui poteri con gran parte dell'informazione in mano inquinano le acque, in cui pochissimi decidono per tutti, in cui molti italiani non hanno quasi mai sentito parlare di questo referendum per mesi".

Bonelli-Fratoianni: "Alle politiche il quorum non salverà la Meloni"

Chi prova ad abbellire la sconfitta è Avs. Ecco l'incredibile narrazione di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni: "Il quorum non è stato raggiunto, è vero. Ma ci sono oltre 15 milioni di cittadine e cittadini che hanno scelto di votare, e con circa 13 milioni di Sì, lanciano un messaggio forte e chiaro, più forte persino del consenso che oggi regge Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Se Meloni crede che l’astensione sia un segnale politico a suo favore, commette un grave errore. Certo, quei 13 milioni non sono nemmeno ‘nostri’, ma di un’Italia che chiede ascolto, che pretende impegno. Ed è con questa parte del Paese che vogliamo costruire l’alternativa". Ed ecco il monito alla Meloni: "Alle prossime elezioni politiche non ci sarà un quorum a salvare Giorgia Meloni. E soprattutto non potrà essere ignorata la realtà quotidiana di milioni di persone colpite dal lavoro povero, dalla precarietà e dall’insicurezza nei luoghi di lavoro. Temi su cui questo governo non solo tace, ma agisce per peggiorare le condizioni dei lavoratori con leggi che aumentano sfruttamento e fragilità”.

Calenda stronca la sinistra: "Così non va da nessuna parte"

"Sono andato a votare perché penso che per un politico eletto sia un dovere morale. Detto questo, lasciatemi aggiungere che: Il referendum è ormai uno strumento di cui si è troppo abusato. Avevamo per tempo avvertito i promotori della possibilità di non raggiungere il quorum. Non ci hanno ascoltato perché quello che li interessava veramente non era vincere, ma avere un'affluenza da poter rivendicare politicamente. A mio avviso questo è un modo irrispettoso di trattare l'esercizio del voto stesso che così diventa solo un costoso sondaggio" le parole su X di Carlo Calenda. Il giudizio del leader di Azione è perentorio: "Non si interviene via referendum su materie complesse come il lavoro; trasformare questo referendum in una consultazione contro Meloni è stato un clamoroso autogol - come già avevamo detto - perché ha sommato i voti della destra con quelli dell'astensione; se la sinistra continua a farsi trascinare dalle battaglie ideologiche di Landini, Conte, Fratoianni e Bonelli non andrà da nessuna parte". "È forse tempo che i riformisti di qualsiasi schieramento prendano atto che occorre costruire un'area liberale lontano dal campo largo e dalla destra sovranista" ha concluso.

Il commento di Renzi

Una breve frase, che non lascia grandi margini di interpretazione. Questa la reazione di Matteo Renzi sull'esito del voto: "Il referendum non ha raggiunto il quorum, come facilmente prevedibile. I quesiti sul lavoro erano ideologici e rivolti al passato. Spero che sia chiaro che per costruire un centrosinistra vincente bisogna parlare di futuro, non di passato".

Gualmini (Pd) fa autocritica

A sinistra c'è anche chi fa autocritica. L'eurodeputata dem Elisabetta Gualmini è tranchant: "Aver mobilitato tutto il partito (democratico), tutti i circoli, tutti i dirigenti su un referendum che doveva 'correggere gli errori del vecchio Pd' si è rivelato un boomerang. Un referendum politico contro se stessi. Aver rotto l’unità sindacale in una rinnovata cinghia di trasmissione con un solo sindacato (Cgil), pur con rispetto, un altro errore. Con quesiti rivolti al passato e pochissimo legati alle patologie del mercato del lavoro di oggi. Doveva essere uno sfratto a Meloni. Non pare vada così. Auguriamoci almeno una discussione franca magari anche con quelli del vecchio Pd".

Picierno bacchetta la Schlein: "Sconfitta seria ed evitabile"

Una stoccata alla segretaria Schlein da Pina Picierno. Così l'eurodeputata dem sui social: "Una sconfitta profonda, seria, evitabile.

Purtroppo un regalo enorme a Giorgia Meloni e alle destre. Fuori dalla nostra bolla c'è un Paese che vuole futuro e non rese di conti sul passato. Ora maturità, serietà e ascolto, evitando acrobazie assolutorie sui numeri".

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