"La Cgil fa politica, ecco la verità". La denuncia delle dipendenti di Max Mara

Il polo della moda a Reggio Emilia è stato frenato degli scioperi: a rischio un’operazione da 100 milioni. Ma le lavoratrici non ci stanno

"La Cgil fa politica, ecco la verità". La denuncia delle dipendenti di Max Mara
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La notizia è nota a tutti: Max Mara ha congelato il Polo della moda a Reggio Emilia, a rischio un’operazione da 100 milioni di euro e centinaia di posti di lavoro. La decisione del gruppo guidato da Luigi Maramotti è legata indissolubilmente alla campagna caratterizzata “da disinformazione, sensazionalismo e superficialità” che sarebeb stata portata avanti dal sindaco dem Marco Massari e soprattutto dalla Cgil di Maurizio Landini, con proteste e scioperi legati alle “condizioni oppressive di lavoro” nell’azienda Manifatture di San Maurizio controllata da Max Mara. Ma le lavoratrici non ci stanno.

Se 52 dipendenti hanno lanciato accuse gravissime nei confronti dell’azienda – dagli insulti alle umiliazioni, passando per i ritmi insostenibili – c’è un altro gruppo di lavoratrici che ha deciso di difendere il datore di lavoro. Silvia Rossi rappresenta 74 colleghe e intervistata da Antonio Amorosi ha puntato il dito contro il sindacato che “fa politica”, smentendo la narrazione circolata negli ultimi giorni.

La dipendente ha denunciato la strumentazione a “livello politico” con “illazioni, diffamazioni e accuse sui social indescrivibili”, negando eventuali episodi di maltrattamenti. Nessuno schiavismo, nessuna repressione. “Tutte possono andare in bagno quando vogliono” ha assicurato la rappresentante delle lavoratrici, smentendo un’altra testimonianza pubblicata da un quotidiano: “Lì quadra sempre tutto, ci è sempre concesso tutto. Non vedo donne che vengono frustrate. Questo dramma è stata una cosa plateale, l’hanno fatta più grossa di quello che è”.

Il mirino è puntato verso la Cgil di Landini. Certo, come in ogni azienda ci sono delle problematiche – “magari il capo reparto ha un caratteraccio o l’amministratore delegato che non ci ha dato le ferie tra Natale e l’ultimo dell’anno. Ma queste sono problematiche che vanno risolte in azienda” -, ma una cosa è chiara secondo la donna: la verità dei fatti “non è la verità che ha detto la Cgil e non è la verità che è stata scritta dai giornali”.

“Noi ci dissociamo da tutto quello che è stato detto, perché è una roba vergognosa” ha ribadito la Rossi, invitando il sindacato a “chiedere scusa” al presidente Maramotti per aver appoggiato “illazioni e diffamazioni”.

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