Che beffa, alla Rai arriva un'indagata

La Tarantola è sotto inchiesta per non aver impedito l’immissione sul mercato bancario dei titoli tossici che hanno messo sul lastrico migliaia di risparmiatori e imprenditori

Che beffa, alla Rai arriva un'indagata

Siamo alla beffa. Un’indagata al verti­ce della Rai dei tecnici eticamente su­periori. Non so se Monti ne fosse al corrente, ma Anna Maria Tarantola, da lui designata alla presidenza della tv di Sta­to, è sotto inchiesta per non aver impedito, nel­la sua qualità di vicedirettore di Bankitalia, l’immissione sul mercato bancario dei titoli tossici che hanno messo sul lastrico migliaia di risparmiatori e imprenditori. Accuse pesan­ti, se non venissero dai pm della Procura di Trani, autrice, insieme a quella di Napoli, di scoop giudiziari che si sono rivelati enormi bu­fale. Come l’inchiesta che coinvolse Berlusco­ni e Minzolini sul caso Santoro- Minzolini che costò comunque il posto all’allora capo dell' authority di controllo delle comunicazioni. In­chieste mediatiche, che ovviamente, e per for­tuna, non vengono riproposte nel caso della si­gnora Tarantola, che almeno per quanto ci ri­guarda e salvo prova contraria, può dormire sonni tranquilli.

Non sarei invece così tranquillo sul futuro della Rai in mano a una coppia di banchieri (anche il designato nuovo direttore generale arriva da quell’ambiente), non per precon­cetto ma per fatti concreti. Già abbiamo affi­dato il Paese ai magistrati ritenendoli casta superiore quando i dati e le sentenze euro­pee certificano che la nostra giustizia è la peg­giore del continente. Non vorrei che ora si ri­petesse lo stesso errore con i banchieri. Ciò che gli era stato affidato, il sistema bancario italiano, negli ultimi cinque anni ha, infatti, perso oltre il cinquanta per cento del suo va­lore, con punte al novanta. Se tanto mi dà tan­to, non vorrei che la Rai perdesse percentuali simili in audience e autorevolezza. Anche perché l'attuale direttore generale, Lorenza Lei, risorsa interna, aveva iniziato un risana­mento che stava dando risultati più che ap­prezzabili. Misteri della politica, anche se più che da poteri forti queste scelte sembra­no dettate da poteri occulti. Ma a Monti tutto è permesso, anche fregarsene, giustamente, dei curricula macchiati da avvisi di garanzia.

Così come a Napolitano è concesso ricorda­re con nostalgia, come ha fatto ieri in una in­tervista, i bei tempi del comunismo e dire di aver cambiato poi idea senza però aver paga­to dazio. E aggiungere che Berlusconi è prati­ca archiviata. Tanto, a prendere atto che an­cora una volta si sbagliava, farà sempre tem­po, nonostante l’età avanzata.

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