diCi mancava solo questa. Neanche Babbo Natale fa più il suo mestiere. Invece di solcare, sulla sua slitta trainata da renne scampanellanti, la pista dei sogni, quelli che tengono accesa la mente dei bambini, prende la scorciatoia orrenda della cronaca più becera. Appallottola la poesia e la butta nel cestino dell'indifferenza con cui foderiamo le nostre giornate. Sì, hanno fatto bene a licenziarlo. Perché nel grande girotondo delle nostre vite, e non è retorica affermarlo, ciascuno deve fare la sua parte. E ci sono parti speciali, ancora più importanti e delicate. Se Messi, invece di andare in dribbling nella porta avversaria, si dirigesse verso quella del Barcellona e spiazzasse Valdes, che cosa penseremmo?
Sentenzieremmo che Messi si è venduto, altro che pallone d'oro, o che è impazzito. In ogni caso ci accorgeremmo che la favola è finita e tutti, tifosi o non, ci sentiremmo più poveri. Con una fantasia più pesante e un grammo di tristezza in più nel nostro animo.
Figurarsi se questo non dev'essere vero per il Natale che è una festa universale. Si può credere oppure no nel festeggiato, insomma in Gesù Bambino, ma è difficile trovare qualcuno che si schieri contro quel vecchio simpatico, con regolamentare barba bianca, possibilmente da tirare, e vestito di rosso. Certo, qualche contestatore lo si troverà pure, ma sarà per via del consumismo e dello spreco e di tutto il resto. Concetti, magari un po' ideologici, su cui si può discutere ma che non intaccano l'essenza dell'incantamento che, bambini, tutti noi abbiamo provato. Levare la maschera a Babbo Natale, anzi suicidare il venerando vecchio, è un delitto grave. Non è l'affronto audace della palla di neve in faccia. È un crimine gravissimo. Vigliaccheria e non coraggio. Perché toglie ai più piccoli quello spazio di libertà che permetterà loro di diventare grandi, adulti, consapevoli e capaci quindi di trasmettere la fiaba ai loro figli. Un'infanzia senza Babbo Natale, se ci pensiamo, è come una settimana senza la domenica, come un letto senza cuscino o una donna senza seno.
Ma qui è ancora peggio perché Babbo Natale, metamorfosi delle metamorfosi, prende le sembianze di una strega, cattiva, anzi feroce, perché con la sua scopa spazza via i coriandoli della nostra felicità. Intendiamoci, in un'epoca complessa e complicata come la nostra, può succedere che per qualche ragione Babbo Natale si senta inadeguato a rappresentare la sua parte. Niente di male: non è obbligatorio essere un distributore di affetto e di cioccolato e di sorrisi. Ma l'inadeguatezza non può capovolgersi nella perfidia di chi vuol distruggere il monumento all'immaginario dei più piccoli, una delle poche rete di protezione delle nostre esistenze già esposte nella culla alle intemperie dei sentimenti, delle famiglie spezzate, dei padri in fuga e, per dirla tutta, di una società sempre più liquida. Così liquida, ma sarebbe meglio dire così cinica, da liquidare anche il Babbo.
No, non può andare così. Ciascuno stia al suo posto.
Che vigliaccheria ucciderlo: è come rubare l'infanzia
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.