
"Se avessi guardato i sondaggi, non mi sarei nemmeno candidato a sindaco di Pistoia": nelle ultime settimane lo ripete spesso Alessandro Tomasi, che di Pistoia dal 2017 è primo cittadino. Su di lui, 46 anni, il centrodestra punta per una prima storica vittoria alle elezioni regionali in Toscana, ribaltando il pronostico favorevole a Eugenio Giani, governatore uscente del centrosinistra. Esponente di Fratelli d'Italia, di cui è anche coordinatore regionale, è sostenuto anche da Lega, Forza Italia, Noi Moderati e dalla lista civica 'E' orà. Nell'ultimo anno ha firmato l'ordinanza di sgombero per i locali della parrocchia di Vicofaro, dove don Biancalani aveva accolto fino a 150 migranti "in condizioni inaccettabili", ma ha anche dato il patrocinio del Comune al Toscana Pride di Prato scontentando i tradizionalisti. E in campagna elettorale per le regionali ha puntato sui temi dello sviluppo economico, della sicurezza con la necessità di un Cpr, della sanità (con sprechi da ridurre) e dell'emergenza casa soprattutto per i giovani, criticando il governo Meloni per il taglio al contributo affitti. Nato a Pistoia, laureato in Scienze politiche a Firenze sposato con Stella dal 2010 e padre di Manfredi e Marco, Tomasi ha abbracciato presto la politica: presidente provinciale dei giovani di An a Pistoia, nel 2007 è entrato in consiglio comunale e nel 2017 è stato eletto sindaco, prima volta per un esponente del centrodestra dalla Liberazione.
La vittoria-bis del 2022, al primo turno, ha fatto di lui il candidato naturale del centrodestra (ma l'investitura ufficiale è arrivata in extremis) per la Regione, alla luce di un appeal capace di andare oltre il tradizionale elettorato di riferimento, e che lo pone oggi come il sindaco toscano più apprezzato nel Governance Poll de Il Sole 24 Ore.