Ci sarebbe Francesco Saverio Garofani tra coloro che avrebbero invocato un “provvidenziale scossone” per fare cadere il governo guidato da Giorgia Meloni secondo La Verità. Ex deputato del Partito Democratico, il 63enne è uno degli uomini più vicini al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per questo motivo il suo presunto agitarsi “nella speranza di fare uno sgambetto alla premier” ha acceso lo scontro politico nelle ultime ore.
Chi è Francesco Saverio Garofani
Nato nel 1962, Garofani è una figura di lunga esperienza nelle istituzioni e nel mondo dell’informazione, oggi consigliere del presidente della Repubblica per gli Affari del Consiglio Supremo di Difesa. Ha alle spalle un percorso che si sviluppa parallelamente alla storia politica della sinistra. Romano, formatosi nei movimenti giovanili della Democrazia Cristiana e laureato in Lettere e Filosofia, è iscritto all’albo dei giornalisti professionisti. Nel corso degli anni ha lavorato fianco a fianco con il presidente Mattarella in varie esperienze politiche e giornalistiche, condividendo la tradizione del cattolicesimo democratico che ha attraversato la fine della Prima Repubblica e l’avvento dei partiti successivi: dalla Dc al Partito Popolare Italiano, dalla Margherita fino al Partito Democratico.
La sua attività nel mondo dell’editoria include diversi ruoli di rilievo: capo redattore de La Discussione tra il 1990 e il 1992, direttore del quotidiano Il Popolo per quasi un decennio, e nel 2003 cofondatore di Europa, testata di cui è stato vicedirettore. Il passaggio alla politica parlamentare risale al 2006 con l’elezione alla Camera nelle liste dell’Ulivo, mandato rinnovato per altre due legislature. Dal 2015 al 2018 ha presieduto la commissione Difesa di Montecitorio, oltre a far parte della Direzione nazionale del Partito Democratico.
Autore di due volumi dedicati ad Aldo Moro, Garofani è entrato al Quirinale nel 2018 come consigliere per le questioni istituzionali.
Nel 2022 ha ricevuto l’incarico di consigliere per gli Affari del Consiglio Supremo di Difesa, nomina che all’epoca suscitò le perplessità di Fratelli d’Italia, che espresse “stupore per la decisione di nominare una figura così politicizzata e di parte come un ex parlamentare del Pd, per un ruolo che per la prima volta non viene affidato ad un militare”.