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Per chiedere la casa spaccano i negozi

RomaLe intenzioni sono sempre lodevoli. E tra i manifestanti c'è anche chi ci crede davvero che i cortei promossi dalle sigle antagoniste possano essere pacifici. Ma la realtà è diversa, mentre il copione è sempre lo stesso: scontri con le forze dell'ordine, barricate, bombe carta, lancio di petardi e danneggiamenti a negozi e banche.
Ieri solo la prevenzione studiata a tavolino da ministero degli Interni, Questura e Prefettura, che hanno messo in campo 400 vigili e quattromila carabinieri e poliziotti per presidiare strade e obiettivi sensibili, ha fatto in modo che non si ripetessero gli scontri di due anni fa. Ma le premesse c'erano tutte, perché nel corteo, che ha visto sfilare insieme da San Giovanni a Porta Pia antagonisti, anarchici, studenti e lavoratori si erano infiltrati i soliti violenti, pronti a mettere a ferro e fuoco le strade di Roma. Già giovedì cinque black bloc francesi erano stati bloccati nei pressi di Montecitorio con biglie, manganelli ed estintori. Venerdì notte, invece, nove soggetti tra cui stranieri e anarchici provenienti da fuori Roma, sono stati fermati perché trovati in possesso di petardi, coltelli, estintori, catene, caschi, fibbie, lacrimogeni e fionde. Al vaglio degli investigatori c'è la posizione di altri tre giovani, che nascondevano, guanti, occhiali e bottiglie di vetro.
Ma i fermi preventivi non sono bastati, come non è stato sufficiente stringere le maglie della sicurezza, rimuovendo prima della manifestazione 200 cassonetti e 140 cestoni porta-rifiuti, perché i violenti avevano nascosto lungo il percorso e nei pressi di Porta Pia passamontagna spranghe, sampietrini e bombolette spray. Le premesse iniziali erano diverse e i No Tav, con casalinghe, pensionati e famiglie al seguito, giunti a Roma per chiedere casa e reddito per tutti, ci avevano tenuto a prendere le distanze dai black bloc. E fino alle 17.30 i 70mila manifestanti c'erano riusciti, sfilando serenamente per le strade semideserte di San Giovanni, dove le serrande dei negozi erano state abbassate in via preventiva. Ma la pace è durata poco e le frange più temute della galassia antagonista sono tornate a farsi sentire. A via Merulana i primi scontri. Esponenti di Casa Pound, il centro sociale di destra, con caschi e mazze hanno lanciato bottiglie contro il corteo e contro i blindati dei carabinieri, che facevano da scudo umano tra i due gruppi.
Poi è stata la volta di Anonymous, che ha annunciato su Twitter di aver oscurato i siti dei ministeri delle Infrastrutture, dello Sviluppo Economico, della Corte dei conti e della Cassa Depositi e Prestiti. Qualcuno nel corteo, intanto, già distribuiva volantini con il nome di avvocati che offrivano consulenza gratuita a chiunque fosse stato arrestato dalle forze dell'ordine. Poi l'escalation: lanci di uova e petardi contro le banche e pioggia di bottiglie contro la sede del ministero dell'Economia e delle Finanze in via XX Settembre. I blindati delle fiamme gialle, schierati a proteggerne l'ingresso del dicastero, sono stati bersagliati con una raffica di bombe carta dalle solite belve vestite di nero, circa duecento, con il volto nascosto da cappucci e maschere antigas. Prese di mira anche la sede del ministero delle Infrastrutture, dove si sono registrati scontri ripetuti con le forze dell'ordine, l'Ambasciata tedesca e la sede delle Fs, dove è stata trovata una bomba carta con dentro un proiettile calibro 12. Per gli artificieri che l'hanno prelevata se fosse esplosa avrebbe potuto ferire gravemente. Per coprirsi la fuga i black bloc hanno dato alle fiamme anche decine di cassonetti, lungo via Quintino Sella e via Goito, e poi con le spranghe se la sono presa con le vetrine delle banche.

Alla fine della guerriglia i fermati dalle forze dell'ordine sono stati undici, mentre solo questa mattina, con la luce del sole, sarà possibile fare un bilancio dei danni.

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