"Chiediamo scusa a Prodi": i renziani propongono una petizione

Il comitato Milano per Matteo Renzi chiede agli iscritti di condividere "un gesto di solidarietà nei confronti di un uomo che ha contribuito a fare la storia del Pd"

"Chiediamo scusa a Prodi": i renziani propongono una petizione

"Scriviamogli: Presidente Prodi, io ti chiedoscusa e ti chiedo di restare". Questo l’appello lanciato dal Comitato Milano per Matteo Renzi e diventato una raccolta firme online. A distanza di un mese dall’elezione del Presidente della Repubblica e dal tradimento da parte dei 101 franchi tiratori, i renziani hanno sentito il dovere di scusarsi. E chiedono a tutti i cittadini di condividere questo gesto di solidarietà nei confronti del Professore.

"Non sappiamo e forse non sapremo mai quali siano state le motivazioni che portarono un quarto dei grandi elettori del PD a scrivere, invece che quello di Prodi, i nomi di Rodotà, Cancellieri e D’Alema. Probabilmente molti di loro hanno ritenuto di fare un’intelligente o furba operazione politica, di sostenere un loro interesse o di un loro gruppo di riferimento. Qualcuno avrà anche ritenuto di agire nell’interesse dello Stato. Il risultato è stata l’esultanza dei parlamentari del PDL e un danno al PD e al centrosinistra. Nessuno o quasi di quei 100, fino ad oggi, ha pensato di rivelarsi e giustificarsi. Nessuno di loro, soprattutto, ha pensato di chiedere scusa", si legge nella petizione dei renziani.

"Chiedere scusa agli elettori del PD, quelli che a milioni erano andati a votare alle primarie e alla parlamentarie, sicuri di contribuire così a dar luogo a una rappresentanza nella quale potersi riconoscere con orgoglio. Chiedere scusa alle migliaia di iscritti al PD. Quelli che hanno creduto nel partito, quelli che con opera volontaria fanno viverele sezioni in tutta Italia, quelli che avviliti se ne sono andati e a quelli che comunque sono rimasti perché la sinistra italiana tante volte ha subito sconfitte ma mai si è arresa. Ma soprattutto chiedere scusa a Romano Prodi, padre fondatore di questo PD, l’unico che sia riuscito a sconfiggere il centrodestra, l’unico italiano assunto alla carica di Presidente della Commissione Europea, l’uomo che per storia, meriti, personalità può certamente essere definito il più grande statista italiano degli ultimi vent’anni e uno dei più grandi della storia repubblicana", spiega Eugenio Comincini, sindaco di Cernusco sul Naviglio e coordinatore dei comitati di Milano per Renzi.

"Nessuno di loro gli ha chiesto scusa, ora lo facciamonoi, a nome e per conto loro, per conto degli anonimi che lo hanno pubblicamente umiliato. Gli chiediamo scusa e gli chiediamo di restare con noi. Abbiamo ancora bisogno della sua presenza e della sua adesione a questoprogetto che non si è mai completato e non ha mai raggiunto gli obiettivi che Prodi stesso aveva prefissato. Se il professore resterà con noi, sarà più facile per il PD e il centrosinistra riprendersi, ancora una volta, dalla sconfitta morale, dal calo dei consensi, dal rammarico che danno i sondaggi secondo i quali il centrodestra ha
recuperato tutti i suoi elettori, dimentichi degli errori e delle responsabilità di chi, governando l’Italia quasi interrottamente in questo nuovo secolo, ha la maggior responsabilità della situazione nella quale ci troviamo
", spiega ancora Comincini.

Contrario alla petizione il Vice Presidente del Consiglio provinciale di Milano Roberto Caputo: "In questi giorni sta girando una petizione per chiedere scusa a Prodi per ciò che è avvenuto in Parlamento durante l’elezione del Presidente della Repubblica. Alle primarie io mi sono schierato con Renzi, ma non condivido per nulla questa scelta. Non esistono riti purificatori in cui ci si monda dagli errori politici e poi tutto termina con questa autoassoluzione.

In politica, quando si sbaglia bisogna aver il coraggio di dimettersi e comunque nei partiti esistono le regole democratiche che si chiamano congressi. Io non essendo parlamentare non ero a Roma a votare e neppure sono stato coinvolto dal mio partito nelle scelte del Presidente della Repubblica, quindi non chiedo scusa a nessuno".

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