Dal cimitero scompare la croce sulla tomba dei bambini mai nati

MilanoLa questione alla fine è qui, se a essere seppelliti sono bambini mai nati. Oppure prodotti abortivi, rifiuti sanitari speciali che gli ospedali smaltiscono come i resti delle operazioni chirurgiche. Al cimitero nuovo di Desio, la contraddizione è esplosa davanti alla benedizione che il sacerdote impartisce tutte le volte che i bimbi abortiti vengono tumulati. E in quella croce nera di ferro battuto adesso scomparsa, chiusa in un armadio e poi restituita a chi l'aveva messa lì come gesto di pietà religiosa. Un crocifisso controverso come è accaduto tante volte nelle scuole, negli uffici. Oggi al cimitero.
Nel vialetto dove vengono seppelliti coloro che la legge regionale lombarda definisce «prodotti del concepimento», arrivano spesso i volontari del gruppo Ora et labora in difesa della vita. Il presidente è Giorgio Celsi, un infermiere convinto che i resti siano le spoglie di esseri umani, talmente convinto da correre con i suoi amici fuori dagli ospedali per protestare e volantinare contro quelle morti e da disinteressarsi di chi li definisce un po' esaltati.
«La croce che avevamo messo è stata rimossa. I responsabili del cimitero ci hanno spiegato che è stata una richiesta dall'alto, ci hanno chiesto anche di non mettere i fiori, perché vogliono che rimanga solo un campo verde» spiega Celsi, che è anche vicepresidente per il Nord dell'associazione No194. Lamenta anche che all'ultima tumulazione, il 6 settembre scorso, «i bimbi sono stati seppelliti dentro scatoloni di cartone con su scritto: rifiuti sanitari speciali». Su uno degli scatoloni la bolla di accompagnamento dell'azienda ospedaliera all'ufficio dello stato civile del Comune con oggetto: «Richiesta sepoltura prodotti abortivi».
L'assessore ai Servizi cimiteriali, Valeria Vinci, dice «non ne so niente». Ma è stata lei a chiedere di togliere la croce? «Assolutamente no» risponde al telefono e assicura che affronterà il caso quando tornerà a Desio, la prossima settimana. Il sindaco, Roberto Corti, fa sapere che per decidere qualcosa attende il rientro del suo assessore. Ma intanto la croce è scomparsa e non ci sono più nemmeno le corone del rosario e i fiori che alcuni venivano a posare nel vialetto del cimitero dove i bambini abortiti trovano sepoltura.
Il prevosto di Desio, monsignor Elio Burlon, è ottimista: «Era una croce provvisoria, messa dal responsabile di un gruppo di preghiera. Non ne farei un caso, perché siamo già d'accordo che parleremo con chi gestisce il cimitero per mettere un simbolo religioso». Lui manda sempre un sacerdote per la benedizione e lì intorno si raduna un gruppo di persone in preghiera.
La legge regionale lombarda, votata nel 2007 all'unanimità da destra a sinistra, prevede che tutti «i prodotti del concepimento», ovvero i feti abortiti anche prima della ventesima settimana, abbiano diritto a una conveniente sepoltura. Per i genitori che lo richiedono, è possibile tumularli in piccole bare con una targhetta di riconoscimento. Altrimenti è l'ospedale a prendersi cura della sepoltura. Come in questi casi.


Nel cimitero nuovo di Desio rimane una lapide all'ingresso del campo, che stanno allargando perché non è più sufficiente a ospitare i bambini mai nati. Sul marmo è inciso «I loro angeli guardano dal cielo». Ma la croce non c'è più e nessuno sa dire se e quando tornerà.

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