RomaAd ogni elezione il copione è lo stesso, ma cambiano le vittime. I predoni di simboli questa volta hanno colpito tre debuttanti: Mario Monti, Beppe Grillo e Antonio Ingroia. I tre hanno in comune il fatto di porsi come partiti più o meno nuovi, anche se Monti si trascina dietro un centro in buona parte vetusto. Ma soprattutto tutti e tre sono stati gabbati. Ieri al Viminale era la giornata di avvio della presentazione dei simboli. È l'appuntamento più formale e più goliardico delle elezioni. C'è chi arriva in piena notte per assicurarsi un ingresso tra i primi. Grandi partiti e briciole. Piantare la propria bandierina al ministero dell'Interno, anche se a capo di un movimento minuscolo, significa entrare per un giorno nella storia della Repubblica. Partito vela, Movimento europea rinascita sarda, Sacro romano impero cattolico. I partiti classici sfileranno oggi e domani. La Lega Nord ha presentato per ora un nuovo simbolo: «Maroni presidente», croce lombarda su sfondo bianco. L'ambasciatore, Roberto Calderoli, non ha voluto precisare se sarà questa la lista alleata del Pdl: «Chiariremo tutto domenica alle 16». In posizione avanzatissima, all'alba di ieri davanti al Viminale, c'erano anche gli attivisti di Grillo e la nuova gioventù arruolata da Monti.
Monti, appunto. L'uomo che l'ha clonato porta il suo stesso cognome. Samuele Monti, classe 1965, residente a Venaria e consigliere comunale di una lista civica a Frabosa Soprana, in provincia di Cuneo. Su Internet circola una foto che lo ritrae abbronzatissimo, capelli al vento, camicia viola e catenina da Formentera. Una copia piuttosto diversa dall'originale. Il Monti Samuele non ha duplicato il simbolo, ma ha presentato un fuorviante «Per l'Europa Monti presidente»: «Sono un Monti vero e la mia non è una lista civetta». La sua lista occupa la settima posizione, e anticipa di due posti la Scelta civica con Monti per l'Italia. L'omonimo del premier ha presentato un programma in quattro punti, europeista e a favore degli under 40. Unica pecca: l'ha scritto a mano, e pure in stampatello.
Anche il clone di Ingroia ha preceduto l'ex magistrato. In questo caso il simbolo presentato è praticamente identico: Rivoluzione civile, scritta che «insiste in alto centrata su un cerchio bordato di nero e fondo arancione di intensità degradante verso la parte inferiore». L'autore ha 36 anni, è di Lodi e si chiama Massimiliano Loda. Il pm in aspettativa dovrà dare battaglia, perché la legge vieta di usare contrassegni «identici o confondibili» con quelli già esistenti. Ma Ingroia come politico, e il suo movimento, non esistevano prima di adesso. Seppur copiato, è più tranquillo invece Grillo.
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