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È facile dire: basta i privilegi della casta, le scorte e le auto blu. Quando uno della casta sceglie un'altra strada passa i guai. Vi narro la storia esemplare del senatore Andrea Fluttero da Chivasso, pidielle e pedalatore, praticante della bici e non solo perché segretario della commissione ambiente. Da sei anni Fluttero combatte intorno a Palazzo Madama una battaglia di civiltà: cerca di entrare nella zona riservata ai senatori con la sua bicicletta e di parcheggiarla là dove ci sono i mezzi dei senatori, però il regolamento prevede macchinazze, scorte e sirene lampeggianti, forse anche elicotteri e carrarmati, ma non una semplice, popolare e per giunta ecologica bicicletta. Niente fanteria. Per convincere i carabinieri che a loro volta eseguono una disposizione, il senatore ha piantato sulla bici due grandi adesivi «senato della repubblica» per varcare le garitte di sicurezza. Ma niente rastrelliera, non resta che attaccarsi al palo. Nel Palazzo o entri da omo de panza, in pompa magna o niente; se poi vieni da destra senza nove poliziotti di scorta hai torto a prescindere.


Vogliono dimezzare le auto blu, ma perché non favorire l'uso parlamentare delle bici blu o del tandem blu se c'è bisogno di un autista o di una scorta? Sarebbe un risparmio e un vantaggio per la circolazione, anche sanguigna. Nella nostra democrazia digitale ai parlamentari è richiesto solo l'uso delle dita per schiacciare i bottoni. Per evitare che si atrofizzi il resto, lasciategli tenere in esercizio non dico la testa ma almeno i piedi.

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