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Smascherati i "giochi politici" tra Pd e magistratura

L'ex assessore e presidente del Consiglio comunale di Parma, Giovanni Paolo Bernini, in libreria con "Colpo al sistema" sui fatti legati al maxi-processo Aemilia

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Sala affollata all’Hotel Al Benvenuto di Tolmezzo, in provincia di Udine, per la presentazione del libro Colpo al sistema di Giovanni Paolo Bernini, già assessore e presidente del Consiglio comunale di Parma. Nel libro l'autore ha riassunto la sua vicenda personale e politica, ripercorrendo le sue vicissitudini giudiziarie, che l'hanno visto indagato per collusione politico-mafiosa e poi completamente assolto da ogni accusa, nell'ambito dell'inchiesta del maxi-processo Aemilia, il più grande filone giudiziario nella storia del Nord Italia per il contrasto alla criminalità organizzata. Bernini ha dialogato con Renzo Tondo, già deputato e presidente del Friuli-Venezia Giulia per due mandati.

All'interno del libro, Bernini ha inserito in anteprima esclusiva la relazione del magistrato antimafia Roberto Pennisi, per anni pm della procura nazionale antimafia, in cui si confermano i sospetti per anni avanzati dallo stesso contro Marco Mescolini, reo di aver indirizzato e distorto le indagini. "Stiamo parlando di un giovane magistrato che nel 2006 si toglie la toga per fare il consulente del governo Prodi. Poi rientra in magistratura e si vede affidata la più vasta operazione di contrasto alla mafia calabrese in Emilia Romagna, nel territorio in cui tutto, ma proprio tutto, viene deciso dal Partito democratico", ha spiegato l'autore del libro, che poi sottolinea come "fiumi di intercettazioni telefoniche e ambientali che coinvolgono esponenti locali e nazionali del Pd vengono lasciate nei cassetti per anni".

Questi documenti "dimenticati" nei cassetti, prosegue Bernini, "hanno permesso a quel magistrato, Marco Mescolini, di riscuotere il premio con la nomina al vertice della Procura di Reggio Emilia, grazie alle pressioni dello stesso Pd sul grande manovratore di allora, Luca Palamara". Dal canto suo, l'autore del volume vorrebbe la riapertura del procedimento e il suo caso è già sulla scrivania del ministro Carlo Nordio, che sta valutando il da farsi con un'indagine ispettiva al momento coperta da segreto. Nella relazione stilata da Pennisi si trova anche un elenco degli esponenti locali e nazionali del Pd sui quali riteneva si dovesse procedere con le indagini.

"Il complice ed ingiustificato ritardo di 10 mesi con cui l’allora procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho, oggi parlamentare grillino eletto proprio in Emilia Romagna, rispose alla Procura generale della Corte di cassazione inviando la relazione del pm Pennisi sull’operato di Mescolini e sull’inchiesta Aemilia, ha contribuito a non perseguire le reali collusioni tra mafia calabrese e Pd e ad alleggerire la posizione dello stesso Mescolini agli occhi del Csm", ha concluso Bernini.

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