Combattere i furbetti non è uno scandalo

Occorre che le imposte siano tutti a pagarle e non soltanto i poveri cristiani onesti, mentre i furbi paperoni non versano un misero euro

Combattere i furbetti non è uno scandalo
00:00 00:00

Illustre Direttore Feltri,
questa maggioranza che governa il Paese ci parlava di «fisco amico», della fine della persecuzione nei confronti degli italiani, vessati da tasse su tasse, trattati da evasori, da criminali, eppure ora proprio questo esecutivo introduce di nuovo il cosiddetto «redditometro», invenzione della sinistra peggiore della storia repubblicana. Ma le pare normale, dico, le pare normale?
Il sospetto di essere stati presi per i fondelli c'è tutto.
Sia onesto. Cosa ne pensa?
Tommaso Crespi

Caro Tommaso,
sai com'è che si può ridurre la pressione fiscale, ossia com'è che possono essere abbassate quelle tasse vessatorie di cui tu parli, per cui accade che gli imprenditori si trovino soci di minoranza rispetto allo Stato quando si tratta di incassare? Esiste un'unica maniera: occorre che le imposte siano tutti a pagarle e non soltanto i poveri cristiani onesti, mentre i furbi paperoni non versano un misero euro. Benissimo. E come si può realizzare ciò, ossia come possiamo indurre coloro che evadono sistematicamente a pagare quanto devono così da fare in modo che, contribuendo tutti, il carico si alleggerisca per ciascuno? Anche in questo caso non sussiste che una sola via: mediante i controlli, le verifiche, che tanto avversiamo. Esse non sempre sono facili. E penso che il redditometro, così come è stato modificato dal governo, costituisca uno strumento efficace e legittimo per contrastare l'evasione fiscale, ancora dilagante in Italia. I contribuenti perbene non devono allarmarsi e protestare per l'entrata in vigore di tale mezzo, in quanto non saranno mica loro ad essere colpiti. Verranno colpiti i farabutti che in questi anni hanno frodato il fisco e danneggiato milioni di altri cittadini virtuosi, sulle cui spalle si sono arricchiti. Mi aspetto che quelli della mala si ribellino al redditometro, non di sicuro l'artigiano che si fa il culo e che ogni anno dichiara le entrate in modo puntuale. Caro Tommaso, se io dichiaro nella denuncia redditi mille o duemila euro al mese, come posso permettermi di acquistare una Ferrari Testarossa o una villa sul lago? È lì che risiede la frode. Ed è lì che lo Stato punisce il contribuente menzognero. Il redditometro è nient'altro che un ausilio. Lo Stato non spia il cittadino, semplicemente accerta cosa che rientra nelle sue funzioni che egli non abbia truffato la collettività. Per sistemare le dissestate casse statali è necessario anche questo.

Urlare allo scandalo mi risulta alquanto esagerato. Coloro che nella maggioranza stanno prendendo le distanze da questa misura lo stanno facendo per puri interessi elettorali, ricordo che ci avviciniamo alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo e che si vota altresì in parecchi Comuni. Serve riconoscere che il redditometro è strumento intelligente, necessario e non sopraffattorio.

Esso tutela gli interessi degli italiani. Anche i tuoi.

Ignoro quale tipo di educazione tu abbia ricevuto, ma dai miei genitori ho appreso, tra gli altri, due principi-cardine che mi guidano da sempre: il primo è che non posso comprare quello che non posso permettermi e il secondo è che prima viene il dovere e poi il piacere.

Ne discende che, se non guadagno abbastanza per potere pagare l'automobile di lusso, allora non l'acquisto e che prima verso le tasse e poi, con la restante parte, mi consento lussi e sfizi. Questo non è comunismo. È sapere stare al mondo. Ed è stata l'applicazione ferrea di questi medesimi principi a rendermi benestante.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
ilGiornale.it Logo Ricarica