Cattolico e omosex vi spiego perché il Cav ha ragione

Essere gay non significa essere speciali, ma normali fra i normali. Questo la sinistra non lo ha capito. E crea fazioni

Cattolico e omosex vi spiego perché il Cav ha ragione

Evenne il giorno degli omosessuali, e caddero i templi della bugia sinistra. Chi l'ha detto che a tutela dei diritti degli omosessuali ci siano loro, gli incravattati e ingilettati neo comunisti rosé del frizzante fiorentino cattoradicato Matteo Renzi? Intorno alle dichiarazioni di Silvio Berlusconi è arrivato un coro sgraziato di fedelissimi delle tessere arcobalenizzate e dell'associazionismo gaio che pretende di parlare a nome di tutti gli omosessuali. Non è proprio così. Di quelle tessere, centinaia di migliaia di omosessuali italiani non sanno che farsene. Perché «non appartengono» a nessuno. Credo in Dio, mi affido alla Chiesa (di cui riconosco i limiti) e voto per la destra eppure nessuno può negare la mia intima, personale e serena omosessualità. Essere anche omosessuali non significa essere speciali, ma normali fra i normali. Questo la sinistra non lo ha capito. E crea fazioni. Contrappone, anziché affiancare. Berlusconi, invece, coglie sempre l'attimo. E il tempo per una profonda rivoluzione sociale è arrivato. Sul tavolo delle proposte il Cavaliere offre al governo la disponibilità e l'appoggio. Senza eccessi. Il matrimonio, ad esempio, è tradizionalmente contratto fra donna e uomo.

Non sono le unioni civili un impianto altrettanto nobile e dignitoso? Sulle adozioni dissento io per primo: il diritto del bambino venga prima di qualsiasi arroganza degli adulti. I tempi, i luoghi, la storia d'Italia non consentono forzature. E noi abbiamo a cuore la serenità dei bambini. E dell'Italia.

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