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il commento 2 Il mio accendino e la loro molotov

di D ue ore e mezza senza poter fumare il meritato mezzo toscano. In uno dei pochi posti dove ancora si può: lo stadio. Prima e durante la partita. Cosa c'è di meglio? Invece niente. «Ha l'accendino?». Eh sì che ce l'ho. Errore: Bisognava dire di no e sperare che il poliziotto non tastasse le tasche. Perché l'accendino allo stadio non può entrare. Sequestrato. Idem per la bottiglietta di plastica di acqua minerale del bambino passato poco prima: non può entrare nemmeno quella. Così ci si ritrova sugli spalti, senza toscano e minerale, a guardare verso la curva dove, quando va bene, luccicano i fumogeni e scoppia qualche raudo; quando va male, girano le bombe carta di cui si è ampiamente discusso in questi ultimi tre giorni. Ma quella roba lì da che cancello è entrata? A saperlo si può imparare ad accendersi il sigaro con i petardi. Andare allo stadio non dev'essere per forza una sofferenza, come teorizzava Nereo Rocco (pensando alla tensione della partita, naturalmente). Ma di certo non un è divertimento qualunque. Gli eroici cittadini italiani ai quali, in un imprecisato momento della settimana, salta in testa l'idea di passare la prossima domenica (o il sabato, o il lunedì o il martedì o il mercoledì o il giovedì o il venerdì: ormai può capitare di tutto) allo stadio, devono prepararsi alle forche caudine dei nuovi controlli e cancelli, quelli voluti dalle leggi anti-ultras approvate dal 2003 in poi. A parte il biglietto nominativo, che richiede esibizione di documento e che può essere intestato ad altri solo attraverso procedure analoghe a quelle della dichiarazione dei redditi, il bello arriva davanti ai tornelli, le gabbie rotanti che aprono la strada degli spalti. Qui poliziotti e steward, maschi per gli uomini e femmine per le donne, procedono a loro discrezione alle perquisizioni. E sono inflessibili. L'elenco di quello che può e non può passare i tornelli lo potete trovare sui siti delle squadre («regolamento d'uso» dello stadio). Almeno così è ai cancelli che capitano alle persone normali, alle famiglie. Per i tifosi più tosti, evidentemente, valgono o possono valere regole diverse.

Un'altra dimostrazione, se serviva, che a pagare i prezzi, di caso in caso e di volta in volta più cari, in questo Paese tendono a essere sempre i cittadini, se non più onesti, di certo più innocui.

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