il commento 2 Lo strano ottimismo di Palazzo Chigi sulla fine della crisi

di Marco Giorgino*

N on più di ventiquattr'ore fa abbiamo commentato, pur con un certo stupore, ma positivamente, le dichiarazioni che, prima, il premier e, poi, alcuni ministri hanno rilasciato sulla prossimità del nostro Paese all'uscita dalla crisi. Sono state dichiarazioni pesanti che non ci si aspettava, certamente frutto dell'importante lavoro fin qui svolto, ma non ancora supportate da risultati di tipo quantitativo, sia di tipo macroeconomico sulla situazione generale dell'economia, sia di natura più puntuale sullo stato di salute di imprese e famiglie. Questa sensazione di stupore, però, non ci ha abbandonati neanche qualche ora dopo, quando a dichiarare che l'Italia è vicina alla fine della crisi sono state due delle principali agenzie di rating internazionali, Moody's e Fitch, che hanno affermato come il Paese possa «salvarsi» entro il 2013 e come l'attuale leadership possa essere considerata credibile a livello internazionale. Ricordiamo che una delle due agenzie, Moody's, solo un mese, fa ci aveva declassato da A3 a Baa2, giustificando tale scelta anche sulla base del clima politico considerato come fonte di rischio. Immaginare che solo dopo qualche settimana il giudizio internazionale si possa essere modificato e che le affermazioni possano essere state di tutt'altro tenore è davvero un fatto interessante. E interessante è anche la sincronia con cui affermazioni simili (ma così differenti rispetto a un passato molto recente) del governo, prima, e delle agenzie di rating, poi, si sono diffuse. Che i due fatti siano collegati è molto probabile. La sicurezza con cui il nostro premier e alcuni suoi ministri si sono pronunciati è stata così marcata da lasciar pensare che possano aver interpretato anticipatamente come il mood sull'Italia delle agenzie stesse cambiando.

O forse, azzardando un po', si potrebbe pensare che le relazioni tra agenzie di rating e governo siano più forti di quanto si possa immaginare.
*Ordinario di Finanza, Politecnico di Milano
twitter@marco_giorgino

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