La comunicazione è obbligatoria solo per alcune categorie di immobili

RomaLa dichiarazione Imu potrebbe slittare di tre mesi. Il termine, a tutt'oggi, è infatti fissato per il 30 novembre. Un emendamento presentato in commissione Bilancio da Giuseppe Marinello (Pdl) propone, invece, di aspettare altri novanta giorni dal momento della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dei modelli di dichiarazione preposti dal ministero dell'Economia. L'emendamento è stato approvato venerdì in sede referente. Quindi dovrà comunque sottoporsi all'esame dell'aula di Montecitorio. E solo allora potrà divenire operativo.
Questa dichiarazione, è bene specificarlo, riguarda soltanto alcune categorie di immobili. L'obbligo di dichiarazione non sussiste, infatti, per le abitazioni principali ma, come viene spiegato nel modello (predisposto dal governo ma non ancora pubblicato in Gazzetta), «sorge nei casi in cui sono intervenute variazioni rispetto a quanto risulta dalle dichiarazioni Ici già presentate, nonché nei casi in cui si sono verificate variazioni che non sono, comunque, conoscibili dal Comune». La dichiarazione deve dunque essere presentata quando gli immobili godono di riduzioni dell'imposta (fabbricati inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati, fabbricati di interesse storico o artistico, immobili per i quali il Comune ha deliberato la riduzione dell'aliquota, i fabbricati destinati dall'impresa costruttrice alla vendita, i terreni agricoli) e quando, ancora, il Comune non è in possesso delle informazioni necessarie per verificare il corretto adempimento dell'obbligo tributario. Un emendamento presentato, invece, alla legge di stabilità nei giorni scorsi da un nutrito gruppo di parlamentari, propone di togliere da quest'elenco gli immobili sedi di partiti, sindacati e fondazioni bancarie. L'emendamento, che porta come prima firma quella della parlamentare del Pdl Gabriella Giammanco, si propone di far pagare l'Imu, fissando la data a partire dal prossimo primo gennaio 2013, ai soggetti appena citati e che fino ad oggi - come anche la Chiesa, esclusa però da questo elenco - non devono versarla su terreni e immobili destinati ad attività non lucrative. Su queste pagine la Giammanco ha già avuto modo di spiegare lo spirito di questo emendamento. «Non si vuole fare cassa - ha detto, infatti, giovedì scorso - ma far valere un principio. Le famiglie infatti pagano l'Imu su case che non sono destinate ad attività commerciali». Inizialmente si era stabilito, attraverso il decreto legge sulle semplificazioni fiscali, che il termine per la presentazione delle dichiarazioni Imu fosse fissato per il primo ottobre. Quindi, con la mancata pubblicazione finora dei modelli di dichiarazione, si è reso necessario uno spostamento al 30 novembre. Ora, vista la situazione di incertezza, ecco arrivare la proposta di Giuseppe Marinello per un ulteriore slittamento.

Ovviamente è importante precisare che questo emendamento nulla ha a che fare con la scadenza del 17 dicembre entro la cui data i proprietari di case sono tenuti a saldare il conto della tassa sugli immobili, dopo l'acconto già versato attraverso la prima rata di giugno.

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