Nei giorni scorsi è circolata la voce che la Lega potrebbe appoggiare il tentativo di Bersani di formare un governo. In attesa di scoprire cosa avverrà si apprende che il Carroccio potrebbe andare alle consultazioni al Quirinale in coalizione con il Pdl. Sarebbe stato lo stesso segretario leghista, Roberto Maroni, a proporlo a Berlusconi. A ribadirlo è oggi il segretario del Carroccio, a margine della presentazione della Giunta della Regione Lombardia: "Andremo insieme con il Pdl alle consultazioni da Napolitano giovedì mattina".
Le voci sull'appoggio della Lega al governo avevano tratto linfa da una frase (peraltro generica) pronunciata da Maroni all'insediamento come presidente della Regione Lombardia: "Mi auguro che nasca presto a Roma un governo, perché quello attuale non ha pieni poteri e non è interlocutore al 100% come avremmo bisogno: qui abbiamo un governo forte e stabile, abbiamo bisogno di un governo forte e stabile anche a Roma". Qualcuno ha subito fantasticato sull'offerta di Maroni di fare da stampella a Bersani. E ciò sarebbe suffragato dal desiderio, che peraltro la Lega non ha mai negato, di non tornare subito alle elezioni. Ma la scelta di presentarsi alle consultazioni con il Pdl conferma l'intenzione di non voler incrinare l'asse con il partito di Berlusconi. E Maroni fuga ogni dubbio a riguardo: "Noi siamo in coalizione col Pdl per cui non faremo nulla che sia contro la coalizione, concorderemo tutto: detto ciò come governatore della Lombardia voglio un governo che mi dia risposte".
"Roma è lontana - ha aggiunto Maroni - ieri abbiamo fatto la segreteria politica della Lega e detto che siamo in coalizione con il Pdl, per cui non faremo nulla che sia contro questa coalizione, condivideremo tutto. Detto questo, io, come governatore della Lombardia, sono interessato ad avere un interlocutore che dia risposte".
Ieri Angelino Alfano al Tg2 aveva detto che il Pdl si sente sicuro dell’alleanza con la Lega: "Ho avuto modo di commentare con Roberto Maroni l’esito della loro segreteria politica e noi siamo assolutamente d’intesa.
nuovo presidente del Senato, con 137 voti, certifichi l’assenza di una maggioranza di sinistra al Senato".
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