"Non era un condono". Ma il decreto sbugiarda Conte

L'ex premier in tv nega di aver chiuso un occhio sugli abusi edilizi a Ischia. "Era una procedura di semplificazione". Ma nel decreto del suo governo si parlava proprio di "condono"

"Non era un condono". Ma il decreto sbugiarda Conte

"Era una procedura di semplificazione". Non un condono. Messo alle strette, Giuseppe Conte si è giustificato così. Nel tentativo di scansare le polemiche politiche seguite alla terribile frana di Ischia, l'ex premier ha negato persino l'evidenza. Ospite su Rai3, il leader pentastellato ha asserito di non aver firmato con il suo governo alcun un condono edilizio per l'isola nel 2018. "Cercammo di sbloccare una situazione che era ingestibile ma senza derogare ad alcun vincolo", ha affermato il presidente del consiglio emerito, cadendo però in contraddizione rispetto a quanto sta scritto nel decreto emesso all'epoca dal suo esecutivo.

Condono, la versione di Conte

Accusato di aver chiuso un occhio sugli abusi edilizi dell'isola campana, Conte ha replicato seccamente in tv spiegando di non aver approvato alcun condono. A Lucia Annunziata, che nella sua trasmissione domenicale lo aveva incalzato sul punto, l'ex premier ha risposto: "Quello del 2018 non era affatto un condono. Ci trovammo davanti a un blocco totale. A Ischia ci trovammo con richieste di condono per circa 27mila abitazioni su circa 60mila abitazioni totali nell'isola. Quindi occorreva accelerare pratiche impantanate ma non si è trattato di un condono". Al centro della discussione, l'articolo 25 del decreto Genova varato durante il governo giallo-verde e datato, nella Gazzetta ufficiale, 28 settembre 2018.

"Una procedura di semplificazione"

Rispetto a quel provvedimento, tornato oggi d'attualità dopo i drammatici fatti di Ischia, l'ex presidente del Consiglio ha affermato: "Mi ero insediato da poco e c'era un grande impasse. C'erano richieste per i danni del terremoto per 1100 abitazioni, per cercare di accelerare quelle pratiche è stato introdotto l'articolo 25 che non è un condono ma ha definito la procedura alla luce della legislazione già vigente per esaminare quelle pratiche, dare una risposta". Poi, proseguendo, è entrato nel dettaglio del decreto legge. "Non era assolutamente permesso concedere una sanatoria, nessuna deroga ai vincoli compreso il vincolo sul dissesto idrogeologico. Non un condono ma una procedura di semplificazione", ha spiegato l'ex avvocato del popolo.

Il decreto che sbugiarda Conte

Ma la norma in questione, a una facile consultazione, sembra sbugiardare la versione di Conte. Il già citato articolo 25 del decreto legge n. 109, infatti, riporta un titolo piuttosto emblematico: "Definizione delle procedure di condono". E ancora, nelle prime righe del provvedimento si legge: "Al fine di dare attuazione alle disposizioni di cui al presente decreto, i Comuni di cui all'articolo 17, comma 1, definiscono le istanze di condono relative agli immobili distrutti o danneggiati dal sisma del 21 agosto 2017...". Ebbene, consultando il suddetto rimando, si comprende come i comuni interessati fossero proprio quelli di "Casamicciola Terme, Forio, Lacco Ameno dell'Isola di Ischia".

Le polemiche già nel 2018

Tallonato dalle domande della Annunziata proprio in merito a quel provvedimento, il leader del Movimento Cinque Stelle ha aggunto: "La apprezzo perchè ha letto l'articolo 25 del decreto sul Ponte, ma le dico che non era affatto un condono". In un altro passaggio, l'ex premier ha ribadito che quella norma era procedura di semplificazione. Ma i termini utilizzati nel decreto legge sono ben altri. Già all'epoca, peraltro, alcuni partiti di opposizione si scagliarono contro l'allora governo Conte parlando di vero e proprio "condono". In particolare, tra le voci più critiche ci fu quella di Matteo Renzi, che ammonì l'ex avvocato del popolo così: "Di abusivismo si muore. È molto grave, per la prima volta dopo tanti anni l'Italia torna a fare un condono edilizio".

Gli attacchi dei renziani

Ora, alla luce di quanto avvenuto e delle osservazioni pronunciate da Conte, sono stati gli stessi renziani a tornare all'attacco del capo pentastellato. "Spero per Conte e Di Maio che nessuna di quelle abitazioni venute giù a Ischia siano state condonate grazie al loro condono del 2018. Se fosse così dovrebbe ritirarsi, scomparire. Io e molti lo avevamo denunciato", ha tuonato ad esempio Camillo D'Alessandro, coordinatore regionale di Iv in Abruzzo.

Al passato e alle responsabilità a esso legate ha fatto riferimento anche Raffaella Paita, presidente del Gruppo Azione-Italia Viva al Senato. "Era il 2018: il Governo Conte 1 decise di smantellare Italia Sicura, l'Unità di Missione contro il dissesto idrogeologico. Varò un vergognoso condono edilizio a Ischia", ha scritto il senatore su Twitter.

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