Contropatto del Cav a Renzi per tornare ai seggi a maggio

Nella sua strategia c'è una telefonata al neo segretario: il pensiero comune è votare nel 2014. E i vertici di Fi temono di essere oscurati dai nuovi circoli

Contropatto del Cav a Renzi per tornare ai seggi a maggio

L' approccio resta quello dello squalo, perché piuttosto che colpire dritto al punto il Cavaliere preferisce ancora continuare a girarci intorno, nell'attesa che arrivi davvero il momento giusto. Di qui, il crescendo contro il Quirinale sul quale Berlusconi pure ieri ha evitato di mettere il suo timbro ufficiale, preferendo mandare avanti il capogruppo alla Camera Renato Brunetta (che ha accusato Giorgio Napolitano di «scardinare la Costituzione»). Allo stesso tempo, però, l'ex premier non chiude i canali di comunicazione con il fronte della maggioranza. Non certo con Angelino Alfano (al quale ieri in privato ha riservato stoccate piuttosto pesanti) né con Enrico Letta (che da ieri rappresenta per molti versi una sorta di «minoranza» del Pd): il leader di Forza Italia è al neosegretario Matteo Renzi che guarda. E non solo non esclude un contatto diretto nei prossimi giorni ma di fatto gli propone una sorta di contropatto: un governo di scopo per una nuova legge elettorale e poi al voto in contemporanea con le elezioni europee del 22-25 maggio 2014.

Già, perché che Beppe Grillo sia interessato all'idea è cosa piuttosto scontata, visto che il comico genovese teorizza da tempo la necessità di tornare alle urne il più velocemente possibile. Insomma, è chiaro che in questo momento tra Forza Italia e il M5S si salda un asse su cui si ritrovano interessi convergenti. Il punto è capire se pure Renzi – che ha obiettivi che coincidono – è disposto a ragionare seriamente su un'ipotesi di questo tipo. La domanda, insomma, è se dopo il successo di ieri il sindaco di Firenze continua a pensare all'orizzonte del 2015 (quando però rischia seriamente di essere «superato») oppure se contempla l'ipotesi di anticipare la partita alla prossima primavera (quando è certo che sarà lui a giocarla). Questo, dunque, è il nodo da sciogliere. E nell'attesa che lo scenario si definisca Berlusconi non chiude nessuna strada. Non è un caso che pur muovendosi come fosse in piena campagna elettorale il Cavaliere si sia ben guardato dal criticare un Renzi che pure immagina come suo «competitor». Anzi, è proprio a lui che in qualche modo propone un percorso che porti alle elezioni prima dell'estate.

Sullo sfondo, intanto, c'è un partito sempre più in sofferenza. L'idea di lanciare i Club Forza Silvio invitando i big del partito a restarsene a casa non fa dormire sonni tranquilli alla dirigenza. Il timore, infatti, è che il Cavaliere stia ripetendo l'operazione dei Circoli della libertà con l'obiettivo di marginalizzare il partito e rinnovare così la classe dirigente. Martedì scorso a Palazzo Grazioli se ne è discusso fino alle due di notte in una riunione abbastanza accesa e ieri - mentre a Roma andava in scena la kermesse dei Club con Berlusconi affiancato sul palco dal giovane Marcello Fiori – il fastidio di molti è montato tra telefonate e recriminazioni. Poco importa, insomma, se nelle dichiarazioni ufficiali molti parlamentari elogino i Club Forza Silvio come «seconda gamba del partito» perché la verità è che il timore di finire nell'angolo è forte. Ecco perché tutto il gruppo dirigente di Forza Italia aspetta il Cavaliere al varco quando domani tornerà a Roma. L'obiettivo è ottenere già in settimana la nomina del Comitato di presidenza del partito, «altrimenti – fa presente uno dei big di piazza in Lucina – inizieremo a perdere pezzi».

E poi – gli fa eco un altro – «Berlusconi deve rendersi conto che così sta rischiando di rovinare tutto visto che la sala dell'Auditorium è stata riempita con i pullman organizzati dal partito». Il malessere, insomma, va montando. Al punto che probabilmente il Cavaliere se ne dovrà far carico nelle prossime ore.

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