M5s e Pd ancora divisi sulla politica estera. Il voto di stamattina sulle mozioni sul conflitto russo-ucraino ha messo in luce le distanze tra pentastellati e democratici che potrebbero avere ripercussioni anche sul voto per la presidenza del Copasir, slittato di una settimana proprio perché i “giallorossi” non hanno ancora trovato un accordo.
"Prendiamo atto che le dichiarazioni di alcuni esponenti del Pd sono simili a quelle del ministro Crosetto e di Stefania Craxi. Si conferma la presenza di una maggioranza trasversale unita da una logica interventista e da uno spirito guerrafondaio”, scrivono in una nota Arnaldo Lomuti e Federica Onori, deputati del Movimento 5 Stelle in Commissione Esteri alla Camera che rinfacciano al Pd di non aver votato a favore della mozione pentastellata “nonostante avesse provato a darsi un'aurea pacifista partecipando alla grande mobilitazione per la Pace dello scorso 5 novembre". Al M5S replica Nicola Stumpo, deputato del gruppo Pd eletto in quota Articolo Uno, che a ilGiornale.it spiega: “La mozione dei Cinquestelle dice determinate cose, ma il loro intervento ne diceva altre tant’è vero che Ettore Rosato, in Aula, glielo ha fatto notare”. E aggiunge: “Nelle mozioni, però, vale ciò che viene scritto. La nostra e la loro mozione erano sovrapponibili, ma visto che loro si sono rifiutati di scriverne una unitaria ci siamo astenuti”. I grillini, però, plaudono al nuovo corso contiano: “Prima non si sapeva se eravamo a favore o contro l’Unione Europea. Ora finalmente, con Conte, abbiamo una linea anche su temi specifici come questo. Siamo filoeuropeisti, ma attivi”, dice un deputato del M5S parlando con un collega. Il piddino Enrico Borghi, membro del Copasir, però, difende la linea del partito: “Noi stiamo con le nostre idee, e abbiamo con coerenza sostenuto le ragioni del sostegno ad un popolo aggredito e della necessità di costruire le ragioni della pace”. E, a proposito del mancato accordo per il Copasir, dice: “Con il clima internazionale e le sue ripercussioni - da ultimo gli aerei militari russi al largo dell’Adriatico - e con situazioni interne meritevoli di approfondimento - come la notizia dello “spionaggio” ai danni della Cassa Depositi e Prestiti - ogni rinvio nell’entrata in piena funzionalità del Copasir è un danno alla sicurezza del Paese”.
In questo clima, il centrodestra resta in attesa di capire se e come Pd e Cinquestelle troveranno la quadra. “Anche nella scorsa legislatura c’è voluto del tempo prima che si insediasse Adolfo Urso, ma la presidenza del Copasir è un incarico che spetta alle opposizioni e così sarà. Noi non ci intromettiamo”, assicurano dal centrodestra. Nel Pd, però, c’è il timore che possa essere proprio il centrodestra a scegliere il nuovo presidente del Copasir, dato che sono sufficienti sei voti. “Il centrodestra, in commissione, dispone di ben cinque membri e può succedere che voti l’esponente del Terzo Polo”, avverte Stumpo che rincara la dose: “le tre opposizioni votano ognuno il proprio candidato è chiaro che è la maggioranza a decidere chi dare i propri voti”.
In estrema sintesi, senza un nome condiviso dei giallorossi, il centrodestra può votare chiunque “e, a quel punto, - sentenzia Stumpo - sono i Cinquestelle a doversi prendere le proprie responsabilità”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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