Costi della politica, i tormenti e le resistenze delle regioni (e dei comuni)

Dal comune di Pescara alla regione Val D'Aosta, i tagli al costo della politica provocano ritrosie e dubbi

C'è la Valle d'Aosta, la regione meno virtuosa nel rapporto abitanti-consiglieri, che dopo mesi di pressing annuncia che potrebbe rinunciare alla riserva statutaria e concedere un ritocco al numero dei suoi 35 rappresentanti (mentre a Trento e Bolzano non hanno nessuna intenzione di tagliare).

C'è il Lazio dove l'aumento della presenza degli immigrati potrebbe far saltare il taglio dei consiglieri deciso dal consiglio regionale prima delle dimissioni della Polverini (qualora l'Istat certificasse lo sforamento di quota 6 milioni di abitanti).

E ancora il Molise (che presto saprà se dovrà tornare a votare) che pure ha deciso di tagliare i consiglieri da 30 a 20 ma è pressato dall'iniziativa di un sindacalista che si è piazzato fuori dalla regione con un grande cartellone con su scritta la domanda: "Consigliere, rinuncia a $atana? Siete disposti a eliminare due terzi dei vostri compensi da politici?», ottenendo cinque firme da parte dei consiglieri.

Infine Pescara dove il

consiglio comunale convocato per discutere del dimezzamento delle indennità ai politici ha visto la diserzione da parte dei consiglieri con solo 12 dei 41 membri dell’assise presenti e il rinvio per mancanza di numero legale.

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