Qatargate

Cozzolino rinuncia all'immunità: ora vuole parlare con i giudici

L'eurodeputato Pd rinuncia all'immunità parlamentare e si dice pronto a collaborare con i pm: "Sono estraneo ai fatti che stanno raccontando"

Cozzolino rinuncia all'immunità: ora vuole parlare con i giudici

Il giudice istruttore Michel Claise ha scoperchiato un presunto sistema rodato di corruzione interno al Parlamento europeo ma ora dovrà rispondere alla controffensiva dei legali. La strategia difensiva di Eva Kaili è pronta e verrà esaminata oggi alla sua prima udienza davanti alla camera di consiglio del tribunale di Bruxelles. A sorprendere, però, è la mossa di Andrea Cozzolino, eurodeputato Pd non indagato dalla magistratura belga ma tirato in ballo dai suoi stessi compagni della presunta “cricca”.

L'immunità parlamentare

L’europarlamentare dem, che il partito ha appena sospeso in via cautelare, prova ad anticipare le mosse degli inquirenti: si dichiara innocente e pronto a collaborare coi giudici. Cozzolino, ex collega di Panzeri, ha incaricato i suoi avvocati di presentare al giudice istruttore belga Michel Claise una istanza formale per dichiararsi estraneo ai fatti e per “collaborare all’accertamento della verità”. L’eurodeputato rompe il silenzio per la prima volta e affida ad un lungo comunicato stampa la sua difesa. “Da oltre una settimana – scrive nella nota – sono quotidianamente chiamato in causa sulla stampa nella vicenda Qatargate sulla base di sospetti e illazioni pur non avendo ricevuto nessun avviso o comunicazione giudiziaria da parte degli inquirenti”.

La posizione di Cozzolino, a livello puramente giudiziario, è limpida: il suo nome non figura tra gli indagati nell’inchiesta di presunta corruzione. “Sono estraneo ai fatti che stanno raccontando” ribadisce l’europarlamentare e aggiunge, “Non sono quello che stanno dipingendo”. Ma il colpo di scena arriva qualche riga più avanti: Cozzolino si dice pronto a rinunciare all’immunità parlamentare. Una mossa che di fatto anticipa la possibile richiesta della Procura di Bruxelles di autorizzazione a procedere nei confronti dell’eurodeputato napoletano.

Le accuse a Cozzolino

La controffensiva di Cozzolino sembra un modo per uscire allo scoperto e rispondere indirettamente a tutte le accuse formali e informali che lo hanno colpito dall’inizio di questa inchiesta. La sua posizione, almeno politica, è gravata dalle ammissioni di alcuni indagati e da alcune coincidenze. Prima fra tutte, il ruolo di Francesco Giorgi, assistente parlamentare di Cozzolino prima dell’arresto ed ex assistente di Antonio Panzeri, considerato deus ex machina del Qatargate.

Ad allargare le zone d’ombra sulla figura di Cozzolino è una risoluzione in particolare, quella del 24 novembre scorso. Oggetto di discussione: i diritti umani nei Mondiali di calcio nel Paese del Golfo. A finire sotto i riflettori è una mail dell’eurodeputato inviata ai colleghi socialisti. Cozzolino invitava a votare contro una parte del testo della risoluzione in cui si sosteneva che il Qatar avesse ottenuto i Mondiali grazie alla corruzione. Ma a rendere ulteriormente complicata la posizione di Cozzolino ci ha pensato l’ex collega Antonio Panzeri. Durante il suo interrogatorio Panzeri avrebbe chiamato in causa Cozzolino e altri compagni della “cricca”. “Io aggiungo che non ho prove ma voi dovreste controllare il presidente attuale della delegazione Maghreb”, vale a dire Cozzolino, “È il parlamentare di cui Giorgi è l’assistente”. Parole che pesano come macigni sulla posizione di Andrea Cozzolino.

La difesa di Eva Kaili

Intanto oggi tutti i riflettori sono puntati sull’ex vicepresidente del Parlamento europeo: Eva Kaili avrà la sua prima udienza davanti alla camera di consiglio del tribunale di Bruxelles. La controffensiva legale della Kaili è pronta e uno degli avvocati della politica greca sembra ottimista.“Non è mai stata corrotta” sostiene Mikhalis Dimitrakopoulos arrivando al Palais de Justice a Bruxelles. Davanti al palazzo si è creata una lunghissima coda di giornalisti e visitatori all’ingresso.

L’udienza potrebbe segnare un punto di svolta nell’inchiesta di presunta corruzione che sta scuotendo il Parlamento europeo: questa mattina i giudici decideranno se confermare o meno la detenzione preventiva di Eva Kaili.

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