Crozza fa ridere tutti tranne il Festival ARCO COSTITUZIONALE Nel mirino anche Bersani e Ingroia, su Monti si scherza senza imitazione

Crozza fa ridere tutti tranne il Festival ARCO COSTITUZIONALE Nel mirino anche Bersani e Ingroia, su Monti si scherza senza imitazione

nostro inviato a Sanremo

Pazzesco, incredibile, storico, il teatro dell'Ariston che si divide, si lacera, parte della platea che urla «Vattene» e «Fuori, fuori» e l'altra metà che lo applaude. E Maurizio Crozza che dopo la prima canzone in cui prende in giro Berlusconi si ferma, minaccia di andarsene, si muove verso l'uscita, non riesce ad andare avanti. Qualcuno in sala continua «Vattene, vattene». Altri «No, resta, resta». Minuti di confusione, di imbarazzo, di gelo. Deve intervenire il presentatore Fabio Fazio per calmare la sala e invitare il comico ad andare avanti.
Del resto la platea dell'Ariston non è fatta tutta di amici della sinistra, come invece si nota nella carrellata di personaggi che scorre sul palco accanto alla coppia Fazio- Littizzetto. Crozza per attirarsi i «buu» più sonori del teatro si è presentato puntuale alle 22,30 travestito da Berlusconi, cantando una non poi così divertente Formidable in cui ironizza sui guai più noti dell'ex premier canticchiando sul ritornello «Ma che bello essere qui», «Ma quanto mi amate». «Mi diverto - recita la canzoncina - come quando Alfano ha detto che il Pdl deve fare le primarie», «Mi diverto dicendo che non bisogna pagare il canone Rai», «Ma guarda che belle donne che ci sono in prima fila, ma sono vestite, non come alle mie feste», «Faccio Totò o taglio i fondi alla scuola?»... e via canticchiando, provocando la reazione negativa di una parte della platea. E chissà se oggi Berlusconi continuerà a dire che gli piace Crozza, come dichiarato nei giorni scorsi.
Poi, dopo la pausa e l'intervento di Fazio per permettergli di continuare la sua performance, il comico ha proseguito prendendo in giro e imitando anche gli altri leader politici, partendo da Bersani per arrivare a Montezemolo, a Ingroia e, di passaggio, Monti. Per par condicio si è fatto (quasi) tutto l'arco costituzionale. Però partire con Berlusconi è stata una scelta consapevole, voluta per scatenare la reazione di alcuni. E, allora, anche se c'era da sbellicarsi dalle risate per l'imitazione di Bersani e Ingroia, resta quel vulnus iniziale, sul bersaglio più facile. E soprattutto resterà di questa serata l'urlo dalla sala dell'Ariston «Basta politica». Consiglio arrivato da più parti nei giorni scorsi che ovviamente Crozza non ha voluto per nulla ascoltare. Nemmeno a due settimane dalle elezioni.
Del resto questo è quello che fa Crozza, ogni settimana, e chi l'ha invitato altro non si poteva aspettare. Anzi... Di polemiche ne arriveranno molte, proprio come hanno scelto di scatenare gli organizzatori del Festival, nonostante vadano in giro a predicare di voler fare una kermesse diversa dalle passate edizioni dove si usava la provocazione per fare più caos e più ascolti. Comunque consoliamoci con alcune battute veramente divertenti. Quelle per Bersani: «Sembra uno di quei monaci zen seduto sulla riva del fiume, solo che è così sfigato che invece del nemico passa l'onda di piena che lo travolge». Quelle su Ingroia: «Vuole fare la rivoluzione civile e si fa fotografare sul paginone centrale di Chi»; «Sembra il fratello stanco di Speedy Gonzales», «Lei ha voglia di fare politica? Mah, direi più un languorino»...
Alla fine conclusione con un forte applauso della sala e ancora qualche contestazione.

E Fazio che abbraccia Crozza e rivolgendosi al pubblico a casa lo informa che si tratta solo dei soliti e pochi noti che hanno voluto contestare, i soliti che vogliono sempre mettersi in mostra. Sarà... ma intanto il guaio è fatto. Lo si è voluto provocare e si andrà avanti per giorni a ricamarci sopra. La par condicio non vale per il Festival.

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