Roma - Non uno ma tre precedenti sbarrano al Csm la strada ad Antonio Ingroia, che vuole andare a fare il Grande Esattore in Sicilia. Tre richieste del tutto analoghe rigettate negli ultimi anni a Palazzo de' Marescialli, una addirittura identica.
Domani la terza Commissione di palazzo de' Marescialli deciderà sulla richiesta di aspettativa (perchè in questi casi non è previsto il fuori ruolo) dell'ex pm palermitano che, dopo la sua avventura-lampo in Guatemala per l'Onu, è stato bocciato dagli elettori come leader di Rivoluzione civile (ieri ribattezzata Azione civile). Lui si dice «fiducioso» nella decisione del Csm, ma al relatore Filiberto Palumbo e agli altri membri sono arrivate le carte che certificano l'orientamento negativo dell'organo di autogoverno delle toghe. Tre no.
Ingroia, insomma, suo malgrado dovrà andare a fare il giudice ad Aosta, dove l'ha destinato il Consiglio che sempre domani in plenum approverà il trasferimento, invece di accogliere l'offerta del governatore Rosario Crocetta che, per consolarlo della sconfitta politica e magari avvicinarlo al Pd, l'ha nominato presidente di Riscossione Sicilia Spa, la società che riscuote le imposte per la Regione siciliana.
Stranamente, l'ex aggiunto già parla come se avesse in tasca l'autorizzazione: «Non sarò un burocrate di Stato, farò rispettare la legge e colpirò in maniera durissima i grandi evasori, spesso legati alla mafia».
Peccato che il 9 maggio 2010 lo stesso Csm di oggi abbia rigettato a maggioranza, e questo è un caso del tutto sovrapponibile a quello di Ingroia, la domanda di Sergio Casarella che voleva andare al vertice della Direzione centrale del personale dell'Agenzia delle Entrate. E che il 23 gennaio 2013, molto recentemente quindi, abbia detto no a Maria Cristina Motta, che aveva chiesto di diventare direttore amministrativo della Asl 20 di Verona. Il precedente Consiglio, poi, aveva respinto all'unanimità il 16 settembre 2009 la domanda di Salvatore Cirignotta che ambiva alla poltrona di direttore generale dell'Asl di Palermo, su richiesta della giunta regionale siciliana, proprio come nel caso di Ingroia.
In tutte queste delibere si dà una valutazione di merito sull'incarico, perché l'aspettativa non è dovuta. Si spiega, sostanzialmente, che il parere negativo è legato al fatto che non si tratta di un'esperienza professionale che possa arricchire, per così dire, la formazione del magistrato in questione ed essere dunque utile all'amministrazione giudiziaria.
Se Ingroia sarà trattato come i suoi meno noti colleghi il Csm non potrà che respingere la domanda.
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