Dai Silvio, molla Monti

Il messaggio degli elettori è stato chiaro. Non si vota un partito che sostiene un governo che ti perseguita senza darti nulla in cambio. La conseguenza non può che essere una

Dai Silvio, molla Monti

Caro presidente Berlusconi, mi scusi per questa incursione nei suoi affari di partito, ma sento che è do­vere del-Giornale farle notare quali sia­no gli umori dei lettori, in particolare, e, in genera­le, dei cittadini vicini al Pdl. Umori che, tra l’altro, emergono nettamente dagli ultimi risultati eletto­rali. È vero: è stata una consultazione che ha coin­volto poco più di 9 milioni di italiani, un campio­ne significativo, ma non sufficiente per capire do­ve andrà il Paese. È altresì vero che la scelta dei sin­daci non comporta necessariamente un’adesio­ne politica: sul piano locale, talvolta pesa di più la reputazione dei candidati che non il loro partito. Ma c’è un ma. In questa congiuntura tira aria cattiva. Trionfa l’antipolitica,che è poi generica protesta verso un sistema (anche istituzionale) inadeguato e obso­leto, e verso partiti traviati dalla corruzione e dal­l’inefficienza. In più, abbiamo un governo tecni­co che ha tradito la fiducia, inizialmente eccessi­va, del Parlamento e del popolo, cui non mancava certo la speranza di veder risolti i problemi causa­ti dalla crisi economica: la disoccupazione, la co­siddetta stagnazione (ora la recessione), i ritardi dello Stato nell’onorare i propri debiti, le anghe­rie di un fisco cattivo con i buoni contribuenti e in­dulgente con gli elusori e gli evasori, eccetera. Per andare giù piatti, il voto, dato il clima, è sta­to fortemente influenzato dalla politica dell’ese­cutivo; e le vicende locali sono passate in secondo piano, anche perché le casse municipali piango­no ancora di più di quelle statali. Chi è andato al seggio non ha pensato al campanile, bensì a quan­to avviene nelle stanze romane del potere. E ha ap­profittato della circostanza per manifestare un profondo dissenso nei confronti di Mario Monti, accusato, specialmente dagli elettori del Pdl, di aver promesso molto e di aver realizzato poco, e quel poco a danno degli italiani: tasse a iosa in ogni campo, perfino sulla casa, di norma acquista­ta con denaro già ipertassato alla fonte e spesso gravata da mutui con rate cospicue che falcidiano gli stipendi, quindi di fatto di proprietà della ban­ca per effetto dell’ipoteca. I tecnici hanno fatto del loro meglio per compri­mere i consumi, costringere imprese piccole e me­die a chiudere i battenti, aumentare la disoccupa­zione e indurre al suicidio gli imprenditori più deboli, mas­sacrati da un fisco crudele e sordo a ogni appello alla clemenza. Non ba­stasse, è diffusa la sensazione di vive­re in uno stato di polizia, dove le inter­cettazioni telefoniche costituiscono un fenomeno unico al mondo (per quantità e continuità nel tempo), do­ve l’Agenzia delle entrate trasforma in show ogni controllo. C’è dell’altro. Il governo, mentre si è accanito col bastone delle imposte sul groppone dei connazionali, ha bel­lamente trascurato di tagliare la spesa pubblica. Nessun risparmio, se si esclude quello introdotto dall’innal­zamento dell’età pensionabile. Per il resto la spending review è stata una bufala. I ministri ne hanno discusso fi­no alla nausea, ma non hanno combi­nato un accidente. Totalmente inca­paci, tant’è che,da tecnici privi di tec­nica, hanno assoldato altri tecnici per individuare i rami secchi da recidere. Comicità involontaria. Sarebbe basta­to leggere i libri di Mario Giordano e quelli di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo per farsi un’idea degli sprechi da eliminare. Zero. I professori geniali si sono ridotti a chiedere ai cittadini qualche consi­glio, attraverso il sito web di Palazzo Chigi, circa le voci su cui intervenire con le cesoie. Però, che professori. Perdoni l’ardire, presidente. Ma lei, con il suo partito, appoggia un gover­no così sgangherato e pressappochi­sta senza immaginare di far girare le scatole agli elettori che le sono fedeli? Mi sembra strano che sia tanto inge­nuo. La gente di centrodestra detesta tutto ciò che hanno fatto, e non fatto, bocconiani e «complici». Guardi l’ar­ticolo 18. L’hanno menata mesi e me­si con l’abolizione di questo obbro­brio. Poi Giorgio Napolitano ha star­nutito e l’hanno accantonato terroriz­zati. Non ricordo quanti decreti il capo dello Stato abbia firmato per approva­re in fretta provvedimenti montiani, ma quando si è trattato di far passare la riforma del lavoro, alt! Nessun de­creto. Si discuta la legge in Parlamen­to. Come dire: ciò che dispiace alla si­nistra non s’ha da fare. E non si farà. Davanti a questo spettacolo, gli aficio­nados del Pdl sono inorriditi, e alla pri­ma occasione, domenica e lunedì scorsi, molti di essi si sono prodotti nel gesto dell’ombrello.Scheda bian­ca o voto di protesta. Molti altri non si sono nemmeno presi la briga di recar­si alle urne: astensionisti. L’atteggiamento dei suoi ex eletto­ri, se lei non muterà indirizzo, se non abbandonerà al suo destino infausto l’esecutivo dei docenti e dei bidelli,sa­rà ancora più severo col Pdl il prossi­mo anno, quando si tornerà alle urne per rinnovare il Parlamento. Mi consenta - per usare un verbo a lei caro- un suggerimento: dimentichi la mossa dorotea dell’ap­poggio esterno; esca dalla maggioran­za, e così sia. In questo modo riconqui­sterà quelli che, disgustati dalle man­frine montiane, le hanno voltato le spalle. Tenga conto, per concludere, che il premier è implicato nelle politiche eu­ropee di cui, anzi, è interprete e difen­sore. Politiche che fanno il gioco della Germania e penalizzano noi. Politi­che superate, esiziali. La Ue è una struttura burocratica, i Paesi membri sono diseguali, non hanno un comu­ne denominatore, parlano lingue di­verse, hanno economie diverse, cultu­re diverse. Però la loro moneta è uni­ca. Una forzatura. Sono i popoli che esprimono una moneta e non vicever­sa. La Grecia rifiuterà l’euro, la Fran­cia non lo ha in simpatia, l’Olanda rim­piange il fiorino, la Spagna e il Porto­gallo sono perplessi. E noi che faccia­mo? Ci lasciamo infinocchiare dai bu­rosauri e dai banchieri che tutelano gli interessi di tutti tranne i nostri? Presidente, saluti la maggioranza scellerata.

Vada all’opposizione. Gli esattori delle tasse si arrangino. Cado­no? Amen. Gli elettori del centrode­stra non hanno cambiato maglietta, l’hanno gettata,pronti a riprenderse­la se lei sarà all’altezza delle loro atte­se.

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