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"Dall'Africa il 90% dei flussi irregolari in Italia". L'allerta dell'intelligence e quella "sfida" europea

Le guerre e la decadenza della sicurezza sono tra le ragioni che alimentano la spinta migratoria verso l'Italia e l'Europa: il report dell'intelligence che fa il punto sulla situazione

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Nell'ultimo report dell'intelligence si è voluta porre massima attenzione sul fenomeno delle migrazioni irregolari, che interessa l'Italia come porto di primo approdo. Il 2023, si legge nel documento, è stato un anno particolarmente complicato sotto quel punto di vista. Le spinte migratorie sono state imponenti e hanno rischiato di destabilizzare l'equilibrio sociale del Paese. La risposta del governo, ma anche dell'Ue, seppure non immediata a causa delle difficoltà, c'è comunque stata, come sottolineano gli 007 nel rapporto, in cui viene riconosciuto che l'immigrazione ha rappresentato una sfida per l'Europa e l'Italia, "cui è corrisposto un accresciuto impegno delle Istituzioni nazionali e internazionali nella prevenzione delle partenze, nell'attività di ricerca e soccorso in mare e nell'accoglienza dei migranti".

Lo scenario non è stato dei migliori nel Vecchio Continente, dove nel 2023 si contavano oltre 6 milioni di rifugiati dall'Ucraina. Ma lo scorso anno ha visto scoppiare diversi conflitti che, sebbene non direttamente collegati, concorrono a una destabilizzazione degli equilibri internazionali, con conseguenze incidenza sui flussi migratori. Anche quelli che si riversano nel Mediterraneo. "Nel Continente africano, da cui origina circa il 90% dei flussi diretti in Italia, in particolare nel Sahel, nell'Africa occidentale e in alcuni Paesi dell'Asia meridionale, fattori molteplici e ricorrenti - come il deterioramento del quadro securitario, i conflitti armati, le sfavorevoli congiunture politico-economiche e umanitarie, gli effetti negativi dei cambiamenti climatici, l'espansione demografica - sono alla base del movimento migratorio che coinvolge, principalmente in chiave intra regionale, milioni di persone", si legge nel rapporto.

La spinta migratoria rischia anche di subire un'intensificazione nei prossimi mesi ma, come sottolinea il documento di intelligence, dev'essere gestita con logiche di ampio respiro e non solo a livello regionale. "Quello migratorio è un fenomeno globale, che va necessariamente affrontato e gestito attraverso la cooperazione internazionale", si legge nel report, che sottolinea l'importanza delle informazioni provenienti dalle attività di intelligence per la gestione di ciò che questi flussi significano.

Nello specifico, quando si tratta di Stati di frontiera come l'Italia, spiega il documento, sono due le direttrici da seguire: "Favorire l'azione di contrasto (disincentivare i flussi illegali favorendo forme di migrazione legale, aumentare i rimpatri degli immigrati irregolari, perseguire i network criminali) e arginare le cause scatenanti dei flussi (attraverso politiche concrete di aiuto ai Paesi di origine per migliorare le condizioni di vita, lavorative e sociali onde disincentivare la spinta a migrare irregolarmente)".

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