“Daremo battaglia”. Scontro tra Regione e toghe per l’assegnazione di una casa popolare a stranieri

L'assessore Marrone contesta la disapplicazione della legge da parte di un giudice per assegnare una casa a una famiglia immigrata senza lavoro

Immagine di repertorio
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Braccio di ferro in corso in Piemonte per l'assegnazione di una casa popolare a una famiglia straniera in provincia di Torino. Da una parte si posiziona un giudice del tribunale di Torino e dall'altra l'assessore della Regione Piemonte, Maurizio Marrone. Il caso nasce nel momento in cui una casa popolare viene assegnata a una donna straniera che, però, è stata licenziata prima che le venissero consegnate le chiavi dell'appartamento. A quel punto, come prevede il regolamento, l'Agenzia regionale le ha revocato l'assegnamento, lei ha fatto ricorso e il giudice le ha dato ragione, disapplicando di fatto la legge.

Secondo l'Asgi la legge sarebbe discriminatoria nei confronti degli stranieri perché non prevede la stessa versione per gli italiani, ma la revoca e non assegnazione solo in caso di stranieri disoccupati. Non la pensa ovviamente così l'assessore, secondo il quale la norma è giusta e giustificata. "Continueremo a difendere gli Italiani senza casa da quella sinistra, togata o meno, che vorrebbe consegnare tutti gli alloggi pubblici solo agli immigrati sbarcati ieri, trasformando blocchi di palazzine pubbliche in ghetti di delinquenza e degrado", ha dichiarato l'assessore difendendo la propria posizione.

"Daremo battaglia anche in Corte Costituzionale e anche in caso di sconfitta non ci daremo mai per vinti perché già da un anno ci prepariamo ad un piano B di riforma normativa che tuteli i nostri connazionali da ogni discriminazione alla rovescia nell’accesso alla casa popolare", ha aggiunto Marrone. "Tanto i cittadini quanto la sinistra sanno che mantengo sempre le mie promesse", è la chiusa di Marrone. Il tema delle case popolari è vivo in tutte le città del Paese, dove sempre più spesso le graduatorie vengono scalate da soggetti stranieri che hanno maggiori agevolazioni, molto spesso perché con a carico un numero maggiore di figli rispetto agli italiani.

Ma anche perché in alcune città esistono "graduatorie" dedicate o, comunque agevolate. Ci sono anche città in cui le case popolari vengono assegnate senza graduatoria ai residenti dei campi rom pur di portarli fuori e chiudere gli accampamenti, creando però un danno a chi ha sempre vissuto regolarmente e aspetta il proprio turno per un diritto che gli spetta.

Ma basta anche fare una giro nei quartieri popolari italiani per capire che il tessuto sociale è profondamente cambiato e che per gran parte, le nuove assegnazioni, sono in capo a soggetti stranieri. Restano gli anziani di vecchia assegnazione e quelle poche famiglie italiane che ancora riescono, raramente, ad accedervi.

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