Il datore di lavoro è un mafioso? Per sei su dieci non è un problema

Sei disoccupati su dieci (60%) sono disposti ad accettare un posto di lavoro in un'attività dove la criminalità organizzata ha investito per riciclare il denaro. È quanto emerge dall'indagine Coldiretti/Ixè presentata in occasione della nascita della Fondazione «Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare», promossa dalla stessa Coldiretti col procuratore Giancarlo Caselli, alla guida del Comitato Scientifico.
La criminalità organizzata, secondo Coldiretti «trova terreno fertile nel tessuto sociale ed economico indebolito dalla crisi» come dimostra il fatto che mafia, camorra, 'ndrangheta e company possono contare su un esercito potenziale di circa 2 milioni di persone che, spinti nella marginalità economica e sociale, si dicono disponibili a lavorare per loro e tra queste 230mila persone non avrebbero problemi a commettere consapevolmente azioni illegali pur di avere una occupazione».

L'allentamento della tensione morale nei confronti della malavita provocato dalla crisi tocca la vita di tutti i giorni. Il 18% degli italiani non avrebbe problemi a recarsi in un locale gestito dalla criminalità purché i prezzi siano convenienti (9%), i prodotti siano buoni (5%) o il posto sia vicino a casa (4%).

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