L'Aula della Camera ha approvato in via definitiva e all'unanimità il ddl che istituisce il reato di femminicidio. Il provvedimento ha già ottenuto il via libera in Senato e diventerà ora legge. Introduce nel Codice penale l’art. 577-bis, il delitto di femminicidio, e prevede l’ergastolo quando l’omicidio di una donna sia commesso per discriminazione di genere, odio o per reprimere la libertà della vittima. Sarà femminicidio anche l'omicidio commesso per il rifiuto della donna di instaurare o mantenere un rapporto affettivo o come atto di limitazione delle sue libertà individuali. "Sono molto soddisfatta dell'approvazione in Parlamento del disegno di legge che introduce il reato di femminicidio. È un segnale importante di coesione della politica contro la barbarie della violenza contro le donne. Aggiungiamo uno strumento in più a quelli che avevamo già previsto", afferma in un video la premier Giorgia Meloni, commentando il via libera definitivo alla Camera del ddl sui femminicidi.
Ddl stupri, le opposizioni lasciano la commissione
Intanto protestano le opposizioni per la richiesta di un maggiore approfondimento sul disegno di legge che disciplina la norma sul "consenso" delle donne nei casi di violenza sessuale. Richiesta avanzata dalla Lega, a cui si sono associati Fratelli di Italia e Forza Italia, chiedendo anche le audizioni. Le opposizioni hanno per protesta abbandonato la commissione Giustizia del Senato. Avevano chiesto oggi il voto in Aula proprio per farlo coincidere con la Giornata internazionale contro la violenza alle donne. Richiesta a cui si era associato anche il presidente del Senato Ignazio La Russa. Il disegno di legge sulla violenza sessuale è frutto di uno storico accordo bipartisan su input della premier Giorgia Meloni e della leader del Pd Elly Schlein.
Schlein: "Meloni faccia rispettare gli accordi"
"Sono venuta a fare il mio dovere a votare questo reato sul femminicidio perchè sono una persona che rispetta gli accordi perchè penso che questo una forza responsabile deve fare: cioè rispettare gli accordi. Auspico che anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, faccia rispettare gli accordi", sono state le parole della segretaria del Pd, Elly Schlein, lasciando l'Aula della Camera dopo aver votato il ddl sul Femminicidio. Schlein ha detto di aver già sentito la premier "proprio per chiederle di rispettare gli accordi" senza però rivelare la risposta di Meloni: "questo dovete chiederlo a lei". "Sulla legge sul consenso - ha proseguito Schlein - abbiamo votato all'unanimità dopo aver raggiunto un accordo su un testo meno di una settimana fa. Quindi siamo venuti qui e, da forza responsabile di governo, abbiamo votato la legge sul femminicidio, pur non essendo perfetta". Ma, ha fatto osservare la leader dem, "abbiamo raggiunto un compromesso così come fatto su quella sul consenso. Auspico che anche la premier faccia rispettare quell'accordo perché sarebbe grave se sulla pelle delle donne si facessero rese dei conti post elettorali all'interno della maggioranza".
La relatrice Bongiorno: "Nessun ritardo"
La relatrice del ddl sulla violenza sessuale e il consenso, Giulia Bongiorno, ha detto: "Farò un ciclo di audizioni che sia mirato e breve su alcuni aspetti tecnici segnalati e poi si proseguirà. Essendo arrivato oggi in commissione, è erroneo e fuorviante dire che ci sono ritardi. Certamente il provvedimento andrà avanti". E ha aggiunto: "Domani mi arriveranno le richieste di audizioni. Cercherò di tagliare i tempi, a me piacerebbe concludere in poche settimane". Bongiorno, che è stata eletta con la Lega, ha spiegato l'iter seguito finora. "Il testo (approvato all'unanimità alla Camera la scorsa settimana, ndr) è arrivato oggi in commissione. Io ho dovuto chiedere se c'era unanimità a rinunciare a presentare emendamenti perché proceduralmente posso mandare in aula un provvedimento, senza dare termine per gli emendamenti, solo se c'è l'unanimità. Ma non c'è stata perché il centrodestra ha detto che si vogliono fare correzioni proponendo, prima, di fare alcune audizioni". Bongiorno ha poi confermato che nel merito, i dubbi riguardano un comma che disciplina i casi di 'minore gravità' per cui i senatori del centrodestra hanno chiesto di specificare cosa si intende per minore gravità. Ma ha ribadito che si tratta di "un provvedimento importantissimo e utile perché è come se in Italia una giurisprudenza esalta il consenso e poi il singolo giudice si attiene al testo normativo. Quindi bisogna garantire omogeneità". Ancora: "Sarebbe stato bellissimo approvarla oggi - ha continuato - ma avendo rilevato alcune modifiche emerse nella commissione. E devo dire che ci sono effettivamente piccole lacune specie su un comma che, a mio avviso, come fa spesso il legislatore, abbandona dei commi ma poi su un comma si fonda una vita". E ha concluso: "Sarebbe stato più bello approvarla il 25 novembre ma a noi interessa, come legislatori, essere responsabili, il che significa che questa legge sarà fatta facendo alcune piccole aggiunte".
Mariastella Gelmini, senatrice di Noi Moderati, intervenendo in Aula al Senato ha detto: “In merito al disegno di legge sul “consenso libero e attuale”, nonostante ci sia stata oggi la necessità espressa da alcune forze politiche di un supplemento di riflessione, confido che si possa trovare il modo per arrivare quanto prima all’approvazione di questa norma.
Non c’è da parte di nessuno la volontà di bloccare quello che è un provvedimento assolutamente necessario e bisogna riconoscere che la Presidente della Commissione Giustizia, Giulia Bongiorno, è una figura autorevole e di assoluta garanzia, da sempre impegnata contro la violenza sulle donne, al di là di ogni colore politico. Pertanto non scadiamo in sterili polemiche, ma restiamo tutti concentrati sull’obiettivo e lavoriamo insieme in questa direzione”.