Roma«Io montiano? A questo punto vengo allo scoperto e confesso la mia vera identità: in realtà sono Marylin Monroe. In fondo anch'io ho amato un Kennedy, anche se era Ken, un rugbista irlandese, e mi sono limitato ad applaudirlo». Marcello De Angelis (nella foto), direttore del Secolo d'Italia e deputato del Pdl, iscritto suo malgrado nella fantomatica fronda pro-Monti interna al centrodestra, straccia la tessera virtuale di fedeltà al Professore con una sonora risata. «Dopo tredici mesi passati a spiegare che votavo in dissenso dal Pdl proprio perché il Pdl pretendeva che io votassi per Monti, ho difficoltà a ritrovarmi tra i sostenitori del premier», attacca.
Eppure «Repubblica» non sembra avere dubbi. Quel sì al taglio dei costi della politica...
«Beh, un po' dipende dal fatto che nove cronisti su dieci ormai non si preoccupano più di verificare le notizie, e lo dico da giornalista. Un po' dall'applicazione mediatica dell'arte della guerra di Sun Tzu: gettare scompiglio nell'esercito avversario. Io ho votato il provvedimento sui tagli agli sprechi, ma non la fiducia al governo Monti».
Non questa volta.
«No, mai.
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