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De Girolamo in un'Aula deserta: "Sono vittima di un complotto"

Il ministro: "Non ho mai violato la legge". E condanna le intercettazioni: "Frasi estrapolate che stravolgono la realtà". Ma l'Aula resta semideserta

De Girolamo in un'Aula deserta: "Sono vittima di un complotto"

"Vengo con determinazione a spiegare i motivi per cui, mai e poi mai, ho abusato del mio ruolo di deputato e mai ho violato la Costituzione". Quando Nunzia De Girolamo inizia a rispondere alle interrogazioni del Pd e del Nuovo centrodestra, l'Aula di Montecitorio è semideserta. Pochissimi deputati tra i banchi ascoltano il ministro alle Politiche agricole mentre spiega il proprio coinvolgimento nelle vicende della Asl di Benevento, l’azienda su cui il procuratore Giuseppe Maddalena e il pubblico ministero Giovanni Tartaglia Polcini hanno aperto un’inchiesta con l’obiettivo di fare luce sulla gestione di nomine e appalti. "La mia vita di politico, di persona e di donna - ha spiegato - è stata travolta da un linciaggio e un accanimento senza precedenti".

"Questa vicenda è kafkiana - dice la De Girolamo in Aula - a leggere i giornali sembra che sia io ad essere sotto inchiesta ma la realtà è diversa, io non sono indagata, indagato è Pisapia e l’intercettazione è abusiva". A chiamare in causa il ministro alle Politiche agricole, all’epoca dei fatti coordinatore provinciale del Pdl, è Felice Pisapia, ex direttore amministrativo della Asl, accusato di truffa e malversazione. Nell’ordinanza con la quale è stato disposto nei suoi confronti l’obbligo di dimora il gip scrive che esiste un "direttorio politico-partitico" che avrebbe condizionato e influenzato le scelte nella Asl di Benevento. Un direttorio che, scrive il giudice, "si occupava, in funzione di interessi privati e di ricerca del consenso elettorale, con modalità a dir poco deprimenti ed indecorose, di ogni aspetto della gestione della Asl". Il manager ha registrato una serie di colloqui avvenuti nell’estate del 2012 nella casa del padre della De Girolamo, all’insaputa di tutti i partecipanti. Conversazioni che alla Camera la De Girolamo ricorda riguardare anche aspetti e considerazioni di carattere privato che sono state rese pubbliche. Proprio per questo devobo essere considerate "illecite". Le verifiche sui colloqui, che Pisapia ha consegnato in procura, sono state comunque assegnate alla Guardia di Finanza che ha già consegnato un’informativa in cui si sostiene che all’epoca non si ravvisavano elementi penalmente rilevanti.

"Mai e poi mai - sottolinea la De Girolamo alla Camera - il mio nome è coinvolto in una truffa che riguarda altre persone, una delle quali ha costruito un dossier contro di me frutto di un complotto ai miei danni". Nelle ultime ore la procura ha disposto anche l’acquisizione di un colloquio che risale al novembre 2012 e che non è agli atti dell’inchiesta. "Attenta, il Pd locale ti vuole inguaiare - dice Pisapia alla Di Girolamo - vogliono arrivare a te tramite me". Emerge quindi un vero e proprio complotto orchestrato da Umberto del Basso De Caro (oggi deputato del Pd), Michele Rossi (direttore generale Asl) e Roberto Prozzo (avvocato politicamente impegnato), per "inguaiare" la De Girolamo. Che, in Aula, ci tiene a ricordare come le stesse carte degli inquirenti mettano in luce la "pericolosità dei soggetti coinvolti". Confermando di aver tenuto riunioni in casa, perché soffriva di "una particolare patologia post partum", il ministro avverte che in questo complotto sono state estrapolate espressioni che, "collegate tra loro, offrono un suggestivo richiamo giornalistico", ma che non rappresentano la verità.

"Mi è stato chiesto, anche da persone autorevoli, di intervenire per amici, mogli, compagni e fratelli - spiega - ho sempre detto 'no' e oggi mi fanno pagare anche questo".

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