"È un malvivente", "Mi ringrazierai". Scintille tra Vincenzo De Luca e Fitto

Polemica tra il governatore della Campania e il ministro Fitto sui fondi per il Sud

"È un malvivente", "Mi ringrazierai". Scintille tra Vincenzo De Luca e Fitto

Botta e risposta sul filo dell'ironia tra il ministro per il Sud Raffaele Fitto e il governatore della Campania Vincenzo De Luca al termine di Feuromed, la due giorni organizzata a Napoli sull'economia euromediterranea. Al centro della contesa la questione dei fondi di coesione di cui il governatore reclama lo sblocco. Dopo il suo intervento che ha chiuso i lavori, Fitto ha guadagnato il suo posto in sala accanto a un De Luca visibilmente contrariato: ne è nato un conciliabolo che si è protratto per diversi minuti dove è stato evidente che si confrontavano visioni differenti. Avvicinati dai cronisti alla fine del convegno, Fitto alla domanda se avesse convinto il governatore ha risposto: "Semmai è lui che deve convincere me". Meno diplomatico De Luca: "Gli ho detto che è un malvivente - ha sbottato accompagnando la battuta con un sorriso - faremo, diremo, deve cacciare i soldi. Faremo la pace solo quando caccerà i soldi". "Mi ringrazierai alla fine" la replica di Fitto che ha chiuso la contesa.

In precedenza De Luca aveva strappato una risata alla platea dal palco dapprima complimentandosi con Romano Prodi e Pier Carlo Padoan per la resistenza mostrata, con riferimento al protrarsi dell'appuntamento, e poi invitando i presenti a prendere un'aspirina per contrastare le conseguenze del gelo della sala dei Baroni. "Tutelatevi fino in fondo - l'invito del governatore alla platea - questa giornata ci ha riscaldato i cuori ma congelato le muscolature. Prendetevi un'aspirina, non vorrei che Salvini domani scrive un tweet dei suoi del tipo vedi Napoli e poi muori”.

Aldilà delle battute, il ministro ha ribadito che "non c'è alcuna contrapposizione tra Regioni e Ministeri: le difficoltà sono tanto dei Ministeri quanto delle Regioni. Non è una gara, la gara è come cambiare il sistema”. De Luca infatti aveva lanciato l'allarme dell'incapacità di spesa accusando i ministeri: "I primi - ha detto il governatore- a non saper spendere sono i ministeri. Basti pensare al Ministero della Salute che non ha certificato le spese per il Covid. E penso ai fondi di coesione da nove mesi bloccati. L'incapacità di spesa è in primo luogo centrale”.

Ma Fitto ha chiarito: “Nella programmazione e nella spesa dei Fondi di coesione e del Pnrr è necessario l'accordo tra Governo e Regioni mettendo in campo un sistema per cui le scelte siano coordinate e condivise. L'esecutivo si muove senza intendimenti polemici ma nell'interesse generale. La questione - per il ministro- non è capire chi ha speso peggio o meglio i fondi europei, ma cambiare questo sistema che non funziona e non bisogna farlo per partito preso ma sulla base di una diagnosi perche è soltanto con una diagnosi corretta si può immaginare una cura adeguata”.

Quanto al Pnnr, Fitto chiarice che “è stato programmato come risposta alla pandemia e immaginato in una fase precedente all'invasione della Russia in Ucraina. Questo è un primo tema di riflessione perchè c'è un ritardo che tocchiamo con mano collegato a dati oggettivi di contesto legato all'aumento dei costi delle materie prime e alla questione energetica. Ora alcuni obiettivi vanno ridiscussi”.

"Entro il 30 aprile presenteremo la nostra proposta per il Re-power Eu- ha detto Fitto- che può aprire all'Italia un ruolo di protagonismo nel Mediterraneo a condizione che ci si riesca a porre come interlocutori verso gli altri Paesi. L’Italia è in affanno perché si è scelto di usare al 100 per cento la quota di fondi a debito del Pnrr”.

Anche su questo De Luca ha delle pretese: “Il Pnrr doveva essere una grande occasione, 200 e passa miliardi di cui il 60% sono a debito e vanno restituiti, cosa che nessuno ricorda mai. Ma credo che abbiamo già perduto una prima occasione col riparto dei fondi. Se il Sud è un'emergenza, al Mezzogiorno non andava destinato il 40% ma andava concentrato l'80% delle risorse. Avremmo dovuto fare del Sud un'unica grande Zes fino ad avere un Pil meridionale che fosse il 90% di quello nazionale”.

“Per rendere il Sud centrale nel Mediterraneo manca la capacità di realizzare interventi infrastrutturali in grado di consolidare questa ambizione”- ha risposto Fitto - “E’ la strategia che il governo sta mettendo il campo. Da una lato nella predisposizione del Repower Eu, per potere affrontare in modo strutturale il tema della crisi energetica, dall'altra con la ridefinizione del Pnrr e il coordinamento con l'uso delle risorse per la coesione, superando la logica della distribuzione a pioggia delle risorse e concentrandola su interventi efficaci che possono candidare il mezzogiorno a essere interlocutore adeguato”.

"E' stato doveroso creare un ministero dedicato alla gestione del Pnrr- ha detto Fitto-era difficile pensare che si potessero gestire queste risorse senza un coordinamento centrale. E’ indispensabile avere un quadro preciso di quanto accaduto sinora nella gestione dei fondi europei per evitare che gli sprechi si ripetano. Il governo sta lavorando per raccordare la gestione dei diversi fondi europei a disposizione - da quelli di sviluppo e coesione al Pnrr - per sfruttarne al massimo le opportunità.

"Quando siamo arrivati al governo abbiamo messo mano a una verifica di cognizione delle risorse 2014-20 da cui emerge uno scenario non positivo. L'utilizzo di queste risorse è molto al di sotto delle percentuali immaginabili.

L'intera programmazione ha una percentuale di spesa del 30 per cento e siamo a nove anni dall'avvio", ha concluso Fitto- Le parole di De Luca? C'è una relazione presentata in Consiglio dei ministri e in Parlamento che indica tutti i dati e i numeri sulla programmazione 2014-2020. Leggendo quella si troveranno le risposte anche rispetto al 2021-2027. Però diciamo che i toni forti, l'idea di costruire una polemica per non parlare del merito delle questioni, non mi appassiona".

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