Il bianco e il nero

"Giusta direzione". "Ma intervenga l'Ue". Le mosse dei generali per fermare gli sbarchi

Per la rubrica Il bianco e il nero ecco le opinioni dei generali Mauro Del Vecchio (Esercito italiano) e Leonardo Tricarico (Aeronautica militare)

"Giusta direzione". "Ma intervenga l'Ue". Le mosse dei generali per fermare gli sbarchi

Il governo ha istituito lo stato d'emergenza per far fronte all'emergenza migratoria. Per la rubrica Il bianco e il nero abbiamo sentito le opinioni di Mauro Del Vecchio, ex generale di corpo d'armata e di Leonardo Tricarico, ex Capo di Stato maggiore dell'Aeronautica militare.

Come giudica il decreto Cutro del governo?

Tricarico: “È un provvedimento che sicuramente va nella giusta direzione, ma è un passo troppo piccolo per elaborare un pacchetto di provvedimenti che non risolve i problemi, però, lo regolano in maniera più compiuta e completa”.

Del Vecchio: “Ci stiamo confrontando con una situazione molto difficile che, purtroppo, dura da tempo. Il nostro Paese è la meta principale delle migliaia di esseri umani che, per ragioni economiche, sociali e talvolta di persecuzione politica, fuggono dal loro Paese e cercano condizioni di vita migliori. L’Italia è sempre stata aperta e fortemente impegnata negli aiuti. Ma non può essere lasciata da sola nelle fasi di sostegno delle popolazioni in sofferenza, di accoglimento di coloro che fuggono e del loro successivo e impegnativo sostegno. Ho avuto modo di rendermi conto personalmente, nelle esperienze vissute nei Balcani e in Afghanistan, delle grandi difficoltà delle popolazioni a vivere e talvolta a sopravvivere in quei Paesi. Quindi, il fenomeno dell’immigrazione è, sotto molti aspetti, inevitabile. Ma non si può non considerare che, negli sforzi da compiere per sanare le grandissime difficoltà di coloro che fuggono o cercano di migliorare le loro condizioni di vita, l’Italia non può essere lasciata sola. È indispensabile il coinvolgimento, insieme ad essa, di tutti i Paesi della Comunità europea. Un coinvolgimento doveroso, tra l’altro perché sappiamo perfettamente che i profughi che fuggono dal Nord Africa o dagli altri paesi “difficili” sono attirati da tutta l’Unione Europea e non sono dall’Italia. È necessario, quindi, creare le premesse per attenuare i motivi che spingono i profughi a partire. Ciò significa sviluppare una politica di aiuti verso i paesi del Nord Africa. Aiuti che creino progressivamente le condizioni economiche favorevoli perché da quei Paesi non si debba più fuggire, quanto meno nelle dimensione che stiamo constatando in questo periodo. In sostanza, una politica di aiuti sviluppata da tutti i Paesi europei, che di fatto rappresentano nel loro insieme la finalità dei pericolosi e laceranti viaggi dei profughi. Il secondo aspetto, non meno importante degli aiuti economici da parte dei Paesi europei a quelli del Nord Africa in difficoltà, è la piena condivisione da parte di tutte le Nazioni della nostra Europa della ripartizione dei profughi nei loro territori, cosa che non è certamente avvenuta finora nella maniera più appropriata ed auspicabile".

È favorevole a limitare i casi di protezione speciale?

Tricarico: “No, anzi, io amplierei la casistica perché, al netto di qualche caso sporadico, è tutta gente che ha bisogno di protezione di ogni tipo. Sotto questo aspetto, non lesinerei alcunché”.

Del Vecchio: “Mi sembra di poter dire che è necessario appurare se i profughi che arrivano hanno alla base situazioni drammatiche che li inducono a correre pericoli fortissimi, per cui è assolutamente necessario accoglierli, oppure arrivano nel nostro Paese per altri motivi”.

L'hotspot di Lampedusa è in tilt. Come si potrebbe migliorare l'accoglienza dei migranti?

Tricarico: “Con un grande progetto di alienazione delle strutture militari non più funzionali per gli scopi dell’esercito. Metterei tali strutture a disposizione degli operatori alberghieri, i quali metterebbero a loro volta in campo le loro competenze per dotare le altre strutture militari degli standard necessari per accogliere sia i migranti sia i detenuti a bassa intensità”.

Del Vecchio: “È necessario costruire altri hotspot come quello di Lampedusa, che non è più in grado di assolvere compiti difficilissimi. Credo si debba fare di tutto per accogliere con maggiore capacità e umanità i profughi, spesso disperati, che sono obbligati a lasciare le proprie case”.

La Tunisia è un problema? Come si risolve?

Tricarico: “Mi pare siano stati individuati gli interventi da attuare e, a mio avviso, questo è un modello che andrebbe replicato per altri Paesi bisognosi di aiuto. Io sono convinto che andasse perseguita la linea intrapresa dall’allora ministro Minniti e che qualcuno ha colpevolmente interrotto”.

Del Vecchio: “La Tunisia sta vivendo un momento molto difficile ed è necessario aiutarla economicamente così da superare le sue problematiche di carattere sociale e finanziario. Difficoltà che costringono una grande moltitudine di persone a lasciare quel Paese”.

Le navi ong sono un supporto utile oppure i salvataggi dovrebbero essere affidati solo alla guardia costiera?

Tricarico: “Le navi Ong devono essere nella disponibilità incondizionata della Guardia Costiera perché così prevedono le norme. È lei il dominus e tutti devono soggiacere a questo principio fondamentale, ratificato da tutti i parlamenti che hanno aderito alla Convenzione di Amburgo. Mi pare che le Ong non siano così acquiescenti al rispetto di questo principio”.

Del Vecchio: “Sarebbe auspicabile se fosse possibile procedere con le capacità, i mezzi e le potenzialità della Guardia Costiera e della Marina Militare perché sono emanazione dello Stato nazionale che, a sua volta, sarebbe espressione degli intendimenti unanimi dell’Ue.

Le Ong svolgono un lavoro importante e meritorio, ma sappiamo che la partenza dei profughi spesso è indotta e forzata dalla presenza delle navi Ong che fissano quasi degli appuntamenti per trasbordare i profughi sulle loro imbarcazioni”.

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