Ora per la strage di Bologna la sinistra tira in ballo il governo

Anpi e sinistra puntano il dito contro il premier Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia per l'orrore di quarantacinque anni fa. Polemiche alla commemorazione, il ministro Bernini: "Respingo il collegamento"

Ora per la strage di Bologna la sinistra tira in ballo il governo
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Il tentativo è fin troppo evidente, quasi sfacciato: tirare in ballo Giorgia Meloni e il governo ogni volta che si può, anche quando non c’entrano nulla. E anche quando si parla di una tragedia come la strage di Bologna, 85 vittime e 200 feriti. A quarantacinque anni dall’orrendo attentato alla stazione, per qualcuno ricordare i fatti non basta: bisogna per forza piegarli alla polemica politica. L’obiettivo? Limpido, cristallino: denigrare l'esecutivo. A costo di riscrivere la storia.

Il primo violento j’accuse è stato quello del presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo. Nella strage “furono coinvolti, oltre a personaggi del Msi, i servizi segreti che, in base alla recente legge-sicurezza, godrebbero di una sconcertante impunità”. Andiamo avanti, perché Pagliarulo non è il solo. Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime, ha rincarato la dose ai microfoni della Stampa: “C’è una sfilza di terroristi che arrivano tutti dall’Msi. Chi proteggeva Bellini erano senatori dell’Msi, e la presidente del Consiglio comunque rivendica la sua formazione politica in quel partito”.

Sempre secondo Bolognesi, la strage di Bologna non sarebbe l’unico caso da collegare alla destra: “Un altro esempio? Carlo Cicuttini telefonò ai carabinieri per una macchina sospetta che esplose, uccidendo tre militari: la strage di Peteano del 1972. Il Msi reperì 32 mila dollari per l’operazione alle sue corde vocali che ne rendesse la voce irriconoscibile”. Incluso nell’offerta l’attacco alla separazione delle carriere, che sarebbero parte del “piano di rinascita della P2”, i cui vertici “sono i mandanti della strage”.

Dopo le chiacchiere, ecco i fatti: nessun personaggio condannato per la Strage di Bologna era iscritto al Msi. La sentenza fa riferimento a Mario Tedeschi, giornalista ed ex senatore, ma nel 1980 aveva già lasciato la Fiamma per fondare un partito moderato e filo-Dc, Democrazia Nazionale. Per quanto concerne la strage di Peteano, è vero che Almirante e un altro dirigente del Msi - Eno Pascoli - vennero accusati di favoreggiamento. Ma Almirante fu amnistiato e Pascoli assolto in Appello “perché il fatto non sussiste”. Senza dimenticare che sempre Almirante combatté duramente contro lo spontaneismo armato e terrorista. Per quanto riguarda la P2: anche Giovanni Falcone era favorevole alla separazione. Era anche lui “piduista”?

Tra dichiarazioni vaneggianti e i fischi agli esponenti del centrodestra, a partire dal presidente del Senato Ignazio La Russa, le polemiche alla Commemorazione non sono venute meno. La sinistra ha infatti colto l’occasione per aumentare il pressing sul governo in maniera strumentale. "Ci batteremo a ogni livello affinché siano pienamente pubblicate le sentenze sulla strage, così come prevede la legge italiana e come invece impedirebbero il decreto del governo e la circolare dell'archivio di Stato. Tutti devono potervi accedere alle sentenze. Il governo non osi insabbiare questa verità", la sfida del sindaco Matteo Lepore. Non può mancare Elly Schlein: "Sono passati 45 anni e quello che dicono i familiari delle vittime è dentro alle sentenze, di cui appunto bisogna assicurare la pubblicazione, per cui invito tutti a leggere quelle sentenze, anche chi governa". Ed ecco Nicola Fratoianni: "45 anni fa una bomba straziava 85 persone e ne feriva oltre 200 a Bologna. Una strage fascista voluta e coperta dai Servizi deviati dello Stato. Per arrivare alla verità ci sono voluti decenni, e ancora a destra non vogliono riconoscere le responsabilità".

Una ferita per la città di Bologna e per l’Italia strumentalizzata per gettare fango sul centrodestra. Anziché commemorare con rispetto le vittime, la sinistra tira in ballo il fascismo e teorie assurde, parallelismi confusionari - o semplicemente falsi storici – per qualche punticino nei sondaggi. Anche lei contestata dai soliti noti, la ministra Anna Maria Bernini ha tenuto a fare delle precisazioni: "Sono rimasta su questo palco dall'inizio alla fine proprio il profondo rispetto che a titolo personale e come rappresentante del governo nutro nei confronti dei familiari delle vittime. Devo però dire che non sono d'accordo né a titolo personale né come rappresentante del governo con qualunque riferimento fatto dal presidente Bolognesi all'attualità o all'attuale governo". La titolare dell'università e della ricerca ha aggiunto: "Qualunque collegamento con l'orrore della strage e l'attualità o l'attuale governo lo respingo senza se e senza ma".

"Continueremo a collaborare con l'associazione dei familiari delle vittime, in particolare continuerò a titolo personale come rappresentante del governo a collaborare anche con il presidente onorario Bolognesi, come avevo promesso, nel dissenso reciproco" ha concluso.

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