Tutti i movimenti collettivi nella loro fase iniziale, quella che io chiamo «Stato nascente», vogliono cacciare i membri della classe dominante, sia essa una teocrazia, una aristocrazia o una democrazia parlamentare per ripristinare il governo del popolo senza rappresentanti, la democrazia diretta. Nel movimento protestante all'inizio le sette si riunivano in assemblea, in Russia i soviet erano formazioni con un delegato che doveva riferire.
Nel 1979 in Italia nel movimento operaio (chiamato autunno caldo) gli operai riuniti in assemblea non nominavano un rappresentante sindacale ma un portavoce che poi doveva riferire a loro. Analogamente oggi il Movimento Cinque stelle chiede che i designati dall'assemblea (che oggi si riunisce sul web) non possano prendere decisioni senza consultare i loro elettori. A livello locale si è spesso stabilita la prassi che gli eletti (sindaco, consiglieri, assessori) periodicamente si presentino ai loro elettori con le dimissioni chiedendo la conferma del mandato. Il politico eletto viene perciò considerato uno stipendiato dal popolo che può licenziarlo quando non fa bene.
Contrariamente a quanto molti sociologi o politologi pensano, questa concezione del potere non è affatto tipica del Movimento a Cinque Stelle ma è tipica di tutti i movimenti nella loro fase nascente. Quando il movimento diventa istituzione la democrazia diretta ha una forte tendenza a generare una dittatura, l'ideale è perciò che venga sostituita dalla democrazia rappresentativa.
La democrazia diretta al posto del Parlamento è quindi un mito pericoloso. Invece a piccole dosi alcune forme di democrazia diretta e di verifica del mandato sono un segno di giovinezza e di vitalità e possono essere utilizzate da tutti i partiti per ridurre la loro rigidità.
È poi sempre molto utile ricordare agli uomini politici e ai burocrati statali che il loro compito è di essere servitori e non padroni del popolo. In sostanza le idee che nascono dalla freschezza dei movimenti, se usate con misura e moderazione, possono essere utili per rinnovare le istituzioni e avere una politica più vicina al popolo.
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