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La denuncia di Coldiretti: "Facebook censura la lotta contro i cibi sintetici"

È stato rimosso il manifesto informativo per fermare i cibi sintetici. L'allarme dell'associazione: "C'è il rischio di ingannare i cittadini, quella ottenuta in laboratorio non è carne"

Immagine da Wikipedia
Immagine da Wikipedia

Una larghissima parte degli italiani guarda con perplessità ai cibi sintetici, che invece da altri viene vista come una grande potenzialità per il futuro. In prima linea per fermarli in assenza di adeguate garanzie dal punto di vista della sicurezza alimentare e ambientale c'è Coldiretti, che ha deciso di lanciare una raccolta di firme a sostegno della conversione del disegno di legge per lo stop ai cibi sintetici. Ed è proprio su questo che è arrivato un grido d'allarme: "La multinazionale Facebook censura la campagna".

La denuncia di Coldiretti

L'associazione di rappresentanza dell'agricoltura italiana ha denunciato che dal social è stato rimosso il post con il manifesto informativo realizzato per far conoscere le ragioni della raccolta di firme. Il motivo? "Disinformerebbe poiché definisce i cibi ottenuti in laboratorio come sintetici mentre si tratterebbe di 'carne coltivata'", è la versione fornita da Coldiretti con grande amarezza.

In realtà a tal proposito è stato citato il recente rapporto pubblicato dalla Fao e dall'Organizzazione Mondiale secondo cui il termine cibi sintetici "è utilizzato in ambito accademico oltre che dai media anche se la definizione considerata più chiara dalle due autorità mondiali è quella di 'cibo a base cellulare', preferibile rispetto al termine 'coltivato' utilizzato invece dalle industrie produttrici ma ritenuto fuorviante".

Inoltre è stato evidenziato che nel Rapporto si ritiene "discutibile" ricorrere a termini come carne, pollo o pesce per i prodotti in questione. Da qui la Coldiretti ha ritenuto necessario sottolineare il forte rischio di "ingannare i cittadini". I timori hanno una motivazione ben precisa: quella ottenuta in laboratorio "non è carne e non è coltivata". Pertanto il tentativo di voler modificare il vocabolario viene etichettato come "una misura degli interessi che si nascondono dietro un business di pochi".

La lotta al cibo sintetico

Dal suo canto il governo guidato da Giorgia Meloni ha deciso di mettere nero su bianco la stretta al cibo sintetico. A marzo il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al disegno di legge recante disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici. Il provvedimento stabilisce il divieto di impiegare, vendere, importare, produrre per esportare e somministrare cibi o mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati.

Non si tratta di una decisione ideologica o pregiudiziale: la scelta è stata intrapresa in un'ottica di precauzione e di massimo livello di tutela della salute dei cittadini e del patrimonio culturale. Non a caso Orazio Schillaci, ministro della Salute, ha fatto notare che allo stato attuale "non ci sono evidenze scientifiche sui possibili effetti dannosi dovuto dal consumo dei cibi sintetici".

Ecco perché stata imboccata la strada della prudenza.

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